Napolitano e spumante
Smokingsì, smoking no. Amletico dubbio per la prima all'Opera. Alemanno fa pressing, che diamine mica siamo da meno di quelli della Scala. Ma nicchia l'assessore Croppi. E chissà se Gianni riuscirà a convincerlo ad affittarlo, l'abito di gala, se non a comprarselo. «Smoking per forza, con cravatta nera», sentenzia Daniela Traldi, presidente dell'Associazione Roma per l'Opera di Roma, l'esclusivo club che riunisce le signore più in della Capitale, per blasone o portafoglio, da Pia Ruspoli a Nicoletta Odescalchi a Raffaella Chiariello. E spiega: «Se lo mettevano al Cremlino, è divisa d'ordine la vigilia di Sant'Ambrogio a Milano, dunque anche a Roma dev'essere d'obbligo. Per rispetto all'istituzione, al direttore, all'orchestra, che indossa il frac. Per rispetto al Capo dello Stato, che questa sera sarà nel palco reale». Già, il presidente. Insieme con il Sindaco e il Sovrintendente dell'Opera, al centro del glorioso Costanzi. Napolitano benedice la stagione 2010, che di benedizioni ha grande bisogno. Si brinderà, Zeffirelli ha scelto spumante italiano, abbasso i lieti calici di champagne che illudevano Violetta. Ma poi, è lecito portarsi la bottiglia nel palco? Le regole del teatro dicono di no, ma nei balconcini dorati e tra i velluti rossi si fa orecchie da mercante. Guia Viola di Compaldo non rinuncia mai al ricevimentino a metà dell'opera. Sotto un foulard di Hermes infila lo champagne avvolto nella sacca di plastica col ghiaccio, i sandwiches con salmone e caviale, le coppe di cristallo. Offre il ben di Dio a Nicolò Boncompagni Ludovisi e ad Angelo Granito Pignatelli di Belmonte. Più rustici quelli che si infilano la bottiglia sotto il cappotto, insieme con i flutes di plastica. Ma poi, chi sono i più raffinati, i magistri elegantiarum? Detta le regole Guglielmo Giovanelli: orrore la giacca a quadri sui jeans. Incalza Sforza Ruspoli: alle prime smoking, alle repliche abito scuro. Proprio così. Antonio Marzano e Rebecchini, sistemati nei palchi di prima fila, sono ineccepibili. Cercano ogni tanto di sparigliare le signore. Si sottomettano invece al lungo o longuette, guai a pantaloni e stivali. In testa, pollice verso per le chiome arruffate, per le capocce voluminosi. Invece chignon, con un tocco di perline e strass. E poi, si arriva puntuali, si continua ordinati. Mai sottrarsi alla fila al guardaroba, fa pacchiano tenerersi la pelliccia sulle gambe, sedute in platea. Mica è il plaid della nonna. Infine, il galateo prima che si apra il sipario. Signore sistemate davanti nei palchi, ma ciascuna non rubi la visuale all'altra. Signori docili dietro. Consentiti i pettegolezzi. Però, a bassa voce.