Il sovrintendente De Martino: «Danno tutti il massimo»
.La chiave di volta per rendere il «miracolo» possibile è l'entusiasmo di tutti coloro che lavorano a questa «macchina»: le risorse umane sono quelle più importanti. L'obiettivo, per un futuro il più vicino possibile, all'inizio della stagione 2010, è dare alla Capitale il Teatro dell'Opera che merita, dotato di robustezza amministrativa, con spettacoli di massimo livello e in collaborazione con i più importanti enti italiani e stranieri. Sovrintendente Catello De Martino, poco tempo fa al Teatro dell'Opera di Roma si respirava aria di crisi... oggi c'è entusiasmo. Cosa è accaduto? «È scesa in campo una grande buona volontà. Stiamo traghettando l'istituzione al ruolo che compete al teatro di Roma. Si vede anche dal restyling che stiamo effettuando, nella parte immobiliare, sul Costanzi che ha più di un secolo di vita. Soprattutto è tornata nel cuore dei nostri lavoratori una voglia di riscatto. E abbiamo avviato un'opera di consolidamento per strati». Qual è lo «strato» che state affrontando? «Un rinnovamento nella politica di gestione del personale, che rappresenta un impegno di 43 milioni di euro a fronte di una spesa complessiva di 63. Un impegno economico notevolissimo. Il personale è la prima risorsa: ora vogliamo dare agli scenografi, ai sarti, agli amministrativi, a tutti la voglia di appartenenza al teatro». E poi? «Una serie di iniziative per dare trasparenza al processo di spesa e per poter poi sviluppare il progetto artistico». Oggi spettacolo inaugurale con un grande Falstaff di Zeffirelli. Cercherete sempre di tenete così alto il livello? «Non sarà facile, consideriamo questo un anno di "traghettamento", per raggiungere una certa robustezza amministrativa; dobbiamo anche ricostruire il rapporto con il mondo dei privati. Vogliamo poi avviare una stagione di scambi culturali con grandi istituzioni, italiane e straniere». Cosa vedremo nel Teatro dell'Opera del futuro? «È appena iniziata la direzione artistica del Maestro Vlad, insieme abbiamo cominciato a lavorare. In realtà lavoriamo già dall'estate per tracciare la rotta delle nostre esigenze artistiche. La nuova stagione prenderà il via il prossimo dicembre e non a gennaio, come è accaduto fino ad oggi. Partiremo all'inizio di dicembre con Muti. È un altro capitolo artistico, un impegno totale con il Maestro». Con obiettivi prestabiliti? «Io provengo dal mondo produttivo... questa è la mia forma mentis: avviare il processo di miglioramento, poi vedremo. Voglio comunque ringraziare tutti i lavoratori del teatro. La mia esperienza precedente è a Santa Cecilia, alla quale mi sento ancora molto legato come al suo presidente, una bellissima realtà della Capitale. Al Teatro dell'Opera ho trovato un buon clima, si respira aria di cambiamento, di rinascita. Tutti stanno dando il massimo». Il pubblico? «Sta rispondendo benissimo, abbiamo un aumento del 10 per cento delle vendite. Il trend è decisamente positivo e stiamo adottando una politica di vendita più aggressiva. Inutile dire che non sono pago, il 10 per cento non mi basta».