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Marzabotto, quella tragedia priva di retorica

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Ha messo d'accordo pubblico e critica e riscosso unanimi pareri entusiasti: «L'uomo che verrà», il film di Giorgio Diritti sulla strage di Marzabotto, uscirà nelle sale il prossimo venerdì. La pellicola interpretata da Maya Sansa, Alba Rohrwacher, Claudio Casadio, Vito e la piccola, bravissima, Greta Zuccheri Montanari è stata presentata all'ultima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma ed ha conquistato un record: è riuscita a vincere il «Gran Premio della Giuria Marc'Aurelio d'Argento», il «Marc'Aurelio d'Oro» del pubblico al miglior film e il Premio speciale «La Meglio Gioventù», assegnato dal Ministero della Gioventù. L'obiettivo del film, come ha spiegato lo stesso regista, è di raccontare come la dittatura, il fascismo, la guerra siano entrati con il loro pesante fardello di orrore, nella vita quotidiana di un piccolo borgo agricolo. E difficilmente si potrà trovare un esempio più duro e sconvolgente di come le tragedie storiche possano influenzare e, infine, spezzare, la vita delle persone. L'eccidio di Marzabotto, ricordato anche come la strage del Monte Sole, si situa geograficamente in Emilia Romagna e storicamente nell'autunno del '44, uno dei momenti più barbari dell'immane tragedia della seconda Guerra Mondiale. Sette mesi prima, quando i nazisti erano ancora nella Capitale, si era consumata la strage delle Fosse Ardeatine. Il quattro giugno aveva liberato Roma, ma aveva anche compresso la furia dell'esercito del führer tra i monti, le valli e le gole del Nord Italia, causando già, in agosto, l'eccidio di Sant'Anna. Uno degli eserciti più efficienti della Storia, ormai in fuga, invece di pensare a ritirarsi il più velocemente possibile, in quel '44 si dedicò con disumana puntualità alla repressione delle forze partigiane ormai padrone di vaste aree. E siccome i nazisti i partigiani non li trovavano e quando li trovavano prendevano spesso sonore batoste alla fine se la presero con bambini, donne e vecchi. Quelli disarmati e facili da trovare. Nella zona di Monte Sole, nel Bolognese, operava con successo la formazione partigiana Stella Rossa. Veri fantasmi per i nazisti. Le forze tedesche, in quello scellerato settembre del '44, avviarono così un'operazione militare, con reparti congiunti dell'esercito e delle SS, anche con il supporto di mezzi corazzati, esclusivamente contro la popolazione civile. A Casaglia di Monte Sole furono uccisi, in pratica, tutti gli abitanti, 200 persone, che si erano raccolte in chiesa. Il totale dei morti in tutta la zona, alla fine, fu di 800.

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