Aristofane reinventato con piume di struzzo

Un piccolo teatro nel teatro è la residenza dei quattro protagonisti della commedia aristofanea «Le nuvole», allestita da Antonio Latella, in scena all'Argentina da stasera al 31 gennaio dopo il felice debutto al Festival dei due Mondi di Spoleto la scorsa estate. Tradotta da Letizia Russo e ritmata dalle musiche del gruppo rock Oasis, la vicenda si svolge in un ring che impegna gli interpreti Annibale Pavone, Marco Cacciola, Massimiliano Speziani e Maurizio Rippa, vestiti rigorosamente di nero, con scarponi da clown, maschere, tutù e piume di struzzo. La nota scena delle bastonate è risolta da Latella con l'apparizione di tre scimpanzé, che rievoca la sequenza cult del film «2001. Odissea nello spazio» di Kubrick per simboleggiare la regressione dell'uomo ad animale feroce. «Questa commedia antica non mette in scena un personaggio, ma l'icona di una figura storica, che ha nome Socrate» ha dichiarato il regista. «Il luogo chiamato Il Pensatoio diventa il vero personaggio con il quale Strepsiade si deve confrontare: un non luogo, uno spazio che ha porte da varcare, ma non ha pareti, una stanza dove il Maestro può sospendersi nell'aria, lontano dalla banalità, e dove l'inafferrabile diventa forma pur restando incomprensibile per il suo continuo mutare essenza. Il Pensatoio non è maschile né femminile, perché non può essere, come ironicamente Aristofane fa dire a Socrate, né pollo né pollessa. Le nuvole sono tutto e non sono niente, sono i nostri desideri e le nostre paure, le nostre gioie e i nostri orrori, e diventano tutto ciò che vogliamo, ma non potranno mai essere, mai esistere, eppure sono indistruttibili, come i pensieri, le idee».