"Penso ai ragazzi, non agli ascolti"
«Io agli ascolti e al pubblico non penso»: è seria seria Maria De Filippi quando svela questo segreto, proprio lei, che ha frantumato ogni record. Presentando l'edizione serale di «Amici», in onda domani alle 21,30 per dieci puntate su Canale 5, aggiunge che ha una persona che analizza il pubblico, bravissima. «Io - precisa - penso che se faccio vedere i ragazzi il programma va bene. Se non li faccio vedere va male. Semplice no?». E dal punto di vista degli ascolti sarà una bella «sfida» (siamo sempre in tema: le sfide sono tra le componenti principali di «Amici»); Raiuno proporrà la fiction «Lo scandalo della Banca Romana», con Beppe Fiorello, poi ci sarà lo sport. «Domenica sera Raiuno non cambierà, non volevo la domenica - sbotta Maria - ma è anche vero che il desiderio di chi fa un programma è che dall'altra parte non ci sia nessuno». Aggiunge che questa edizione di «Amici» ha un livello molto alto dei concorrenti, «senza nulla togliere ai partecipanti delle edizioni passate» e nell'offrire, con il coinvolgimento delle case discografiche e di istituzioni come il Teatro San Carlo di Napoli, concrete possibilità di lavoro ai ragazzi che partecipano. Alla faccia di quelli che parlano male del programma. «Denigrare sempre è lo sport italiano - dice Maria - Sarebbe ora di smettere». Signora Maria De Filippi, è la stagione dei talent show, cosa distingue «Amici» dagli altri? «Amici ha una cifra propria, è un talent nel quale si canta, si balla e si recita, è completo. In più siamo stati i primi. E ricordiamo che i talent, dal punto di vista degli ascolti, hanno meno fortuna dei reality. Non aspettiamoci gli ascolti dell'Isola dei famosi e del Grande fratello, è un altro film. I ragazzi di Amici non vivono una situazione claustrofobica, hanno da mangiare, da bere e chi gli stira i vestiti. Le storie d'amore ci sono, ma la linea del programma è di assoluta discrezione. E se avvengono cose di notte nessuno le manda in onda». Amici è un'agenzia di collocamento? «Questa definizione mi piace, comunque sempre meglio di "fabbrica delle illusioni", chi l'ha scritto se ne deve rendere conto, diamo concrete possibilità ai ragazzi». Oggi i talent show sembrano in salita e i reality in discesa... «Dipende da chi partecipa, i talent non possono competere con l'Isola e il Gf. Ma i reality dovranno fare i casting con grande attenzione, scegliendo i personaggi più forti». Ma lei ha mai cambiato qualcosa del programma con il fine di acquisire più pubblico? «Sono consapevole che Amici è il programma che è, C'è posta per te è diverso, tocca altre corde. Se Amici fa le cose che deve fare, e non altre, gli ascolti sono quelli. Io sì, ho cambiato e cambio, in base ai ragazzi. Penso che se li faccio vedere il programma va bene. Se non li faccio vedere va male». A che ora comincia e quanto durerà questa edizione serale? «Quando comincia, esattamente, dipende da Ricci, siamo dopo "Striscia". Quanto dura dipenderà dalle prove». Accompagnerà suo marito Maurizio Costanzo a Sanremo? «Lui non mi ha accompagnato quando sono andata l'anno scorso. Comunque se me lo chiederà certamente ci sarò. Ma non sul palco, me ne resto seduta in platea. Una volta Maurizio ha detto, giustamente, che il nostro segreto è fare le stesse cose. Ma mai insieme». Sente delle responsabilità nei confronti dei giovani concorrenti e del pubblico? «È una cosa che vivo bene. Penso che se passano dei modelli positivi non ci sono problemi. Anche se i ragazzi litigano, con lo spirito della competizione, credo che sia una cosa positiva». Le eliminazioni? «Certe mi hanno fatto soffrire». Il progetto con Bonolis? «Va avanti, si farà, ma non quest'anno. Servono tempo e lavoro che, al momento, non posso dedicargli». E il programma con Paola Perego? «Ma non c'è alcun programma con Paola Perego». Sky? «Quale Sky? Noi abbiamo il digitale terrestre». Perché Maria funziona? «Non è Maria che funziona, per Amici lavorano in tanti. Tutti bravissimi. La conduzione è la ciliegina sulla torta. Anche Ballando con le stelle funziona, perché dietro c'è tanto lavoro. È il lavoro che funziona».