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L'ultimo addio a Gutenberg

Libri

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L'«era Gutenberg» è forse finita? In realtà quello straordinario periodo che ha avuto inizio con l'invenzione dei caratteri mobili, da parte di Johannes Gutenberg, orafo tedesco del '400, il primo a imprimere un nuovo corso alla riproduzione meccanica del libro con la sua «rivoluzionaria» Bibbia, ha già cominciato la parabola discendente da molto tempo. I nuovi mezzi di comunicazione hanno determinato profonde e radicali trasformazioni della cultura. Il Natale del 2009 costituisce uno straordinario punto di svolta, quasi una pietra miliare. È accaduto, infatti, che per la prima volta la libreria americana Amazon, la più grande del nostro globo, abbia venduto più libri elettronici che stampati su carta. Per di più il suo lettore di E-book, il Kindle, ha raggiunto cifre di vendita incredibili (si parla addirittura di nove milioni di pezzi soltanto il 14 dicembre) tenendo conto che ogni meccanismo può contenere circa 1.500 libri del «vecchio conio». I custodi della tradizione ricordano che il segnale partito da Magonza determinò un'incredibile catena di radicali trasformazioni sociali, culturali e politiche dovute soprattutto a una più ampia diffusione del sapere. Senza la Bibbia di Gutenberg e gli altri miliardi di libri, è difficile immaginare la Riforma protestante, la veloce affermazione del Rinascimento, l'accettazione dei principi e dei metodi scientifici, e, quindi, l'impatto della rivoluzione industriale, l'esplosione dirompente dei nazionalismi, il successo coinvolgente dell'emancipazione di tutti gli esseri umani e infine, la democrazia, il libero mercato. Vorremmo ricordare a proposito di questo radicale sconvolgimento il saggio più famoso di Marshall Mc Luhan «La galassia Gutenberg». Intanto è già diventato un must, il lettore digitale sottilissimo, dalla grande capacità d'immagazzinamento dati, che sta «spopolando» al costo di circa 250 euro. Il congegno, anche nel nostro Paese, pare destinato a coinvolgere anche i bibliofili più accaniti. Per quanto sembri strano, le righe non sono allineate sullo schermo con lo stesso sistema del computer. La moderna tecnologia di «inchiostro digitale» del nuovo oggetto del desiderio, il lettore di libri Kindle, al quale si aggiungerà dal 19 gennaio il modello più grande il Kindle DX (al costo, però, di 489 dollari), non si serve, infatti, di uno schermo a cristalli liquidi retroilluminato, come i comuni portatili e i telefoni cellulari. Utilizza, invece, una diversa procedura elettronica, un pannello non illuminato su cui una fitta rete di sferette trasparenti ruotano su impulso elettrico per costituire l'immagine, molto stabile e ben contrastata. Sviluppandosi, come un lento, ma abbastanza veloce, stillicidio d'inchiostro digitale, permette di leggere tranquillamente sullo schermo, anche sotto il sole, il contrario di quello che accade nei computer. La lettura del testo in grigio scuro, sul fondo grigio chiaro, risulta molto agevole, sicuramente migliore e meno faticosa. Ma i vantaggi sono ancora più straordinari. Il catalogo disponibile su Amazon è, per adesso di 390 mila libri (un migliaio almeno in italiano, ma su altri siti Internet), giornali e riviste internazionali, questi ultimi in abbonamento mensile, con uno strabiliante abbattimento dei costi. All'offensiva Usa ha già risposto Umberto Eco, assieme a Jean-Claude Carrière con un pamphlet dal titolo efficace «Non sperate di liberarvi dei libri», dalla tesi ovvia. Il libro non morirà mai; al massimo potrà convivere con l'innovativa realtà degli e-books elettronici. Il Messia di questo nuovo verbo è stato Jeff Bezos il direttore e fondatore del colosso Amazon, che i suoi biografi definiscono «un uomo che ama sempre prendersi grandi rischi e tentare battaglie apparentemente impossibili da vincere». Un autentico samurai della nuova editoria. Nel settembre scorso però l'e-book «The lost symbol» di Dan Brown, l'autore del «Codice Da Vinci», è stato scaricato centomila volte, illegalmente, da misteriosi hackers: la guerra dell'elettronica è ben lontana dalla fine.

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