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Bosso Mania

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NicolaBultrini L'Auditorium ospiterà domani la premiazione del Top Jazz, il referendum che rappresenta lo stato dell'arte del jazz italiano. Il trombettista Fabrizio Bosso riceverà i premi per il cd dell'anno «Stunt» (realizzato con Antonello Salis) e per gli Ottoni. Tra i premiati anche Enrico Rava; ex aequo per il miglior cd, «New York Days», e come musicista dell'anno. Bosso, una bella soddisfazione. «È aumentata la presenza sulla scena dei jazzisti italiani. Anche all'estero si sono accorti che possiamo padroneggiare questo linguaggio. E viene apprezzato il nostro lato melodico. Ma è importante che ognuno cerchi sempre di trovare il proprio suono. Si può ancora innovare nel jazz, ma sempre mantenendo il legame con la tradizione. Insomma, jazzista puro. Diciamo che sono un curioso. Perciò non disdegno le contaminazioni con la musica latina, il pop; ma senza stravolgere il mio modo di suonare e cercando coerenza con un diverso linguaggio. Che rapporto hai con gli altri musicisti e con Salis? «Il quintetto è una formazione a me congeniale. Ma sento che suonare in duo mi permette di usare lo strumento con un range di dinamica più ampio. Con Antonello vivo la situazione più trasgressiva. È geniale, con lui c'è solo improvvisazione e non sai mai come andrà un concerto. È molto impegnativo e ci vuole grande sintonia e concentrazione». La tecnica musicale di Bosso è raffinata, ma senza nulla togliere alla creatività. «Ho iniziato a suonare a 5 anni e già credevo molto nella musica, verso la quale ho sentito una responsabilità. Sono esigente e quando mi esercito cerco di fare qualcosa di bello. La musica mi serve per vivere e io la faccio vivere. È anche il mio lavoro, ma c'è sicuramente qualcosa di spiritualmente forte e profondo. Che cosa pensa quando suona? Mi concentro su una cosa sola e non penso più a niente. Quando sto dentro alla musica e chiudo gli occhi, vivo momenti magici, rari e preziosi. Accade in me qualcosa di superiore di cui non ho il controllo, e che solo riascoltandomi riesco a decifrare.

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