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Più principi, meno bambini

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Milly Carlucci

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Troppi bambini in tv: se ne è accorto anche il pubblico che, nella prima sfida televisiva del sabato sera del 2010, ha premiato «Ballando con le stelle» su Raiuno, penalizzando «Io canto», lo show condotto su Canale 5 da Gerry Scotti, inquietante fotocopia di «Ti lascio una canzone», il programma cult di Antonella Clerici. Le cifre per Scotti sono imbarazzanti: 4.983.000 telespettatori, 21,27% di share, contro 6.250.000 fan dei vip ballerini, share 29,26%. Copiare una trasmissione pari pari, riproponendo persino lo stesso regista Roberto Cenci, è stato un errore. Scotti esce ridimensionato dal confronto: «Ti lascio una canzone» aveva già due anni fa superato «La Corrida» da lui condotta e nel 2009 il trend negativo non era mutato. L'idea subdola è stata di appropriarsi del programma canterino di Raiuno, nella certezza che i piccoli talenti avrebbero sbancato l'audience. Nonostante il battage pubblicitario e l'invasione dei palinsesti da parte del conduttore, non si sono tenute presenti fondamentali considerazioni. Innanzitutto l'eco di «Chi ha incastrato Peter Pan», lo show del "bambinaio" Paolo Bonolis, non si è spenta. Era difficile, dunque, bissarne il successo. Inoltre è stato un passo falso riportare i bambini in prima serata in un contesto simile (atmosfere, scenografie, luci, inquadrature), a quello di «Ti lascio una canzone». Così la platea ha virato il telecomando su Raiuno, affidandosi all'immutabile Milly Carlucci. Anche lei ha i bambini nel programma: sono proprio quelli di «Ti lascio una canzone» che da canterini diventano ballerini. Li ha accompagnati la Clerici per annunciare il ritorno su Raiuno il 27 marzo proprio di «Ti lascio una canzone». Non è un caso. Ma sabato i bambini sono stati presenti solo in un segmento dello show. La Carlucci quest'anno conta sulla presenza del principe delle soap opera: Ron Moss, il Ridge di Beautiful. Forte del gradimento conquistato lo scorso anno con il principe (vero) Emanuele Filiberto, gli autori e Milly, hanno riproposto il medesimo schema. Confermata anche la giuria. Nulla di nuovo sotto il sole. Ma almeno la Carlucci copia se stessa.  

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