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Andrea Gagliarducci Nulla è trapelato dei contenuti dell'incontro tra Benedetto XVI e Camillo Ruini, segnalato nell'agenda papale.

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Conlui o senza di lui cambia tutto", voluto fortemente dello stesso Ruini. Forte della partecipazione foltissima di giovani. "Abbiamo superato le aspettative, e non mi riferisco solo alle presenze, ma al loro coinvolgimento", dice. L'idea di partenza è che si parla tanto di religione, ma la "questione Dio" è praticamente elusa dal nostro tempo. Ma è un dibattito vivo, e già da molti anni. Lo stesso Papa, da cardinale, prese parte a un dibattito su "Dio esiste?" con il direttore di MicroMega Paolo Flores D'Arcais. Un dibattito (poi pubblicato) in cui Ratzinger invitava i non credenti a vivere "etsi deus daretur" (come se Dio ci fosse), basandosi su un ragionamento logico: se non c'è, non hai perso niente, hai vissuto secondo morale. Ma se c'è, allora è valsa davvero la pena. Logico pensare che l'incontro tra Benedetto XVI e Ruini non sia stato solo un incontro per stilare un bilancio, ma un confronto tra intellettuali che, da un punto di vista filosofico, condividono molto. Secondo il cardinal Ruini, esistono addirittura tre vie razionali per arrivare a Dio: la prima via parte dal fatto che "esiste qualcosa piuttosto che nulla". La seconda constata che l'universo è conoscibile da parte dell'uomo. La terza si fonda sull'esperienza che l'uomo ha in sé una legge morale. Benedetto XVI avrà rilanciato parlando di dialogo con i non credenti. Nel bilancio di fine anno fatto alla Curia Romana, il Papa ha detto che "le persone che si ritengono agnostiche o atee" devono "stare a cuore a noi come credenti". Ma in che modo un dialogo su Dio tra credenti e non credenti possa non assumere le forme dell'evangelizzazione per gli uni e della negazione della verità per gli altri? Massimo Cacciari, filosofo, sindaco di Venezia, ateo, ricorda il celebre aforisma di Nietszche: "Dio è morto". Ma sottolinea anche che il seguito dell'aforisma non viene mai ricordato: "E come faremo a vivere senza?". È lo stesso Cacciari a spiegare perché si parli tanto di religione, eludendo allo stesso tempo la "questione Dio". Il monoteismo puro - ha affermato - "poneva Dio come l'altro, come il non ente, ora invece l'ateo afferma che al termine Dio non corrisponde nulla di pensabile". "La grande battaglia dei monoteismi - ha aggiunto Cacciari - è nei confronti dell'ateismo pratico oggi dilagante". Mentre l'alleanza, che spesso si ripropone, tra cristianesimo e liberalismo ateo e immanentista, secondo il sindaco di Venezia, non s'ha da fare. "Un liberalismo di stampo immanentistico - ha spiegato - condivide con le posizioni genericamente ateistiche l'idea che al di là dell'essere non c'è nulla. Anzi, che Dio è il nulla. Il che è ben diverso dal dire: Dio è morto". Ma quale il Dio è morto? Nelle «Considerazioni inattuali», il filosofo tedesco polemizzava con David Strauss, teologo le cui opere in quel tempo avevano creato grande scalpore. Questi aveva identificato come "mito" ogni manifestazione di soprannaturale contenuta nei Vangeli. Ridotto a mito il racconto evangelico perde ogni validità storica. Nietzsche critica Strauss per aver tradito la libertà di pensiero nel tentativo di avvicinare le proprie convinzioni con quelle ateistiche del positivismo evoluzionistico. È la stessa critica che fa Cacciari al cristianesimo. Per monsignor Fisichella, rettore della Lateranense, la risposta alla domanda "dipende da quale Dio si vuole pensare. Se si vuole parlare di Dio dei filosofi, Dio come creatore e come principio primo, allora sì. Ma inevitabilmente il Dio dei filosofi non è il Dio della fede. Il quale è un Dio personale, che si rivela come persona e come amore, e che si rivela come amore là dove l'uomo non vede l'amore, dove dà tutto se stesso". Né, secondo Fisichella, si può ridurre il cristianesimo ad una cultura. "Il cristianesimo - afferma - ispira una cultura, orienta una cultura, trasforma una cultura". L'alleanza con il liberalismo - contestata da Cacciari - è ormai assodata per Lucetta Scaraffia, storica, editorialista dell'Osservatore Romano. "E' chiaro - spiega - che siano entrambi i pilastri dell'Occidente. Esiste il liberalismo nel quale possono stare sia gli atei che i cattolici". Quello di Cacciari, per Scaraffia, è un sofismo. Ed è lei stessa a specificare che parlare di Dio si può in maniera razionale, ma è impossibile arrivarci solo per via razionale: "Lo Spirito Santo agisce in molti modi. Pensi a tutti gli artisti: c'è una proprietà in loro che è del tutto irrazionale, è legata alla bellezza, alle sensazioni, alle emozioni".

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