I ragazzi di Teo
«Io, milanese, milanesissimo, a Roma sono un privilegiato». Teo Teocoli è sportivo come non mai, lui rossonero doc, adesso che arriva nella tana di lupi e aquilotti. Da mercoledì e fino al 24 gennaio porta al Sistina «La compagnia dei Giovani», one man show con uno special guest, l'amicissimo di sempre Mario Lavezzi. É il sesto anno che Teocoli, un tipo che non si fa mettere le briglie da nessuno, fa teatro. E anche questa è una tournée lunghissima: partita a ottobre da Napoli, spostata su e giù per lo Stivale (ultima tappa, a fine aprile, Trieste). «Roma è uno dei miei "portafortuna", è stata la città che mi ha dato un altro nuovo slancio nei miei one man show, insomma quando ricominciai a fare teatro», anticipa Teocoli a «Il Tempo». E spiega: «È stato proprio al Sistina, il tempio del varietà. Ci approdai nel 2003, con un po' di batticuore. E invece mi prese sotto l'ala Pietro Garinei. Un grande romano, e romanista soprattutto. Mi accompagnava orgoglioso nel foyer per farmi vedere le file al botteghino. Feci un mese di repliche da tutto esaurito. Ogni volta questa città mi riconferma affetto ed attenzione». Perché «La Compagnia dei Giovani»? «Perché c'è il meglio della mia generazione. Come Mario Lavezzi, che conosco da quando ero un ragazzetto. È un po' la colonna sonora dell'Italia tra i Sessanta e i Settanta. É lui, con le sue canzoni, ad aprire ogni sera lo spettacolo. Poi evochiamo gli altri grandi. Chi sono? Quelli che l'Italia ha archiviato ma che sono celebri all'estero. Come Toni Dallara. In Oriente lo adorano, ha anche vinto un festival in Corea». Ecco allora che Teo «nuota» attraverso la musica (alle spalle ha la sua band, la Doctor Beat, con la travolgente sezione di fiati), i miti, i vizi e i vezzi di questo Paese. Lo fa da cabarettista - raccordandosi agli anni d'oro del «Derby», lo storico tempio milanese della comicità - ma anche da esilarante «cantastorie». Un viaggio nella memoria collettiva italiana, insomma, con le facce indimenticabili di Teocoli, a cominciare da Felice Caccamo. E per finire con Moratti. «Lo conosco da 40 anni - racconta Teocoli - ma non avevo mai pensato a imitarlo. Un giorno l'ho sentito e ho detto: domani lo rifaccio sul palco». L'attualità ogni sera modella uno show diverso. «Ma non facio satira politica. Si brucia subito», liquida la questione Teo. Con tutti i patatrac che ci è toccato vedere negli ultimi dodici mesi, davvero non possiamo dargli torto.