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Addio De Bernardi, genio della commedia

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.Piero De Bernardi, sceneggiatore mito di più di una stagione del cinema italiano è morto a Milano, all'età di 83 anni. Era nato a Prato il 12 aprile 1926, all'inizio degli anni Cinquanta scrisse una sceneggiatura e venne a Roma, senza spendere molto, ospitato dalla sorella, sperando di venderla. Fece molto di più e dopo aver lavorato per cinema e radio con la benedizione del grande Tullio Pinelli, conobbe Leo Benvenuti con il quale nacque un sodalizio professionale eccezionale. Nel '64 i due scrissero «Matrimonio all'italiana», di Vittorio De Sica, poi «Incompreso» (1966) di Luigi Comencini; «Serafino» (1968) di Germi; nel '71 il debutto alla regia di Nino Manfredi: «Per grazia ricevuta»; ancora per Germi: «Alfredo, Alfredo» (del 1972, con gli splendidi e giovanissimi Dustin Hoffman, Stefania Sandrelli e Carla Gravina); «Lo chiameremo Andrea» nuovamente per De Sica e tanti altri. La «coppia» sfornò più di duecento film, tutti successoni, tra questi alcuni della serie Peppone e Don Camillo. La commedia all'italiana è passata in buona parte per la penna di De Bernardi e, quando il genere passò un po' di moda, lo sceneggiatore si dedicò alla comicità esplosiva dei film di Fantozzi. «Con Piero e Leo, con cui ha fatto coppia per una vita - ricorda Paolo Villaggio - ho trascorso i periodi più divertenti e belli della mia vita. Erano due persone straordinarie. Piero è una grave perdita per il cinema italiano, mi sento molto defraudato da questa morte». De Bernardi scrisse «Sistemo l'America e torno», «Kranz, tedesco di Germania», tutti i Fantozzi. Fecondissimo anche il rapporto con l'indimenticabile Ugo Tognazzi («La stanza del vescovo»), con Sordi («Il marchese del Grillo»), poi con Verdone («Bianco, rosso e Verdone») e tanti, tanti altri. Da Leone a Giannini, da Panariello a Pozzetto, Claudio Amendola, Carlo Vanzina, Christian De Sica, Stefano Accorsi, non c'è persona dello spettacolo che non abbia «lavorato» sui testi di uno dei suoi tantissimi film. «Quello che amava di più era "Amici miei" - racconta la figlia Isabella, attrice che ha recitato con Sordi e Verdone - Lo aveva iniziato con Germi e poi, dopo la sua scomparsa, terminato con Monicelli». Piero De Bernardi è morto dopo un periodo di malattia. «È stata una persona meravigliosa - aggiunge Isabella - con un gran desiderio di vivere, di comunicare, anche solo con un gesto, la sua umanità e la sua voglia di resistere fino alla fine. Come uomo di cinema un grande maestro, uno che non ha mai detto una banalità. Come persona un amico, per me e per tutti». La scomparsa di De Bernardi, afferma Monicelli, è «una perdita molto grave». Verdone lo ricorda con affetto: «un maestro e un amico».

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