Il ricordo
Menonoto, e peculiare della statura di un uomo aperto mentalmente alla società nella sua interezza, il suo respiro intellettuale verso la cultura sportiva. Ne avemmo testimonianza diretta in un'estate del 1991, quando gli suggerimmo di trascurare per una sera sceneggiati, spettacoli di varietà, documentari e intrattenimenti vari, dedicando il suo spazio televisivo serale a due ore di atletica, in onda con il Golden Gala, uno dei meeting più celebrati nel calendario internazionale della più antica delle discipline sportive. Placido accolse con autentico interesse la segnalazione, non fosse altro che per sottrarsi per una sera ad una quotidianità di visioni raramente allineate alle sue inclinazioni culturali. E scrisse con invidiabile competenza, toccando con mano sicura i momenti più significativi dell'evento agonistico e sottolineando come l'immagine dell'atletica, filtrata attraverso i suoi principali protagonisti, uscisse esaltata dalle telecamere, capaci di riprendere particolari cui all'occhio umano, collocato nella tribuna di uno stadio, era praticamente impedito accostarsi. Che quelle sottolineature non fossero frutto d'improvvisazione, che le citazioni toccassero temi di reale interesse, s'ebbe oltretutto conferma quando Placido assegnò proprio all'atletica ed alle imprese dei suoi atleti più rappresentativi, sui campi di casa o nelle arene internazionali, il merito del rinnovamento culturale prodottosi nel giornalismo sportivo del secondo dopoguerra, quando osservatori come Gianni Brera si misero a studiare, con l'attenzione del neofita e con l'apertura mentale dell'uomo di cultura, storia e tecnica della disciplina, trasferendo successivamente quel bagaglio conoscitivo, diversamente irrecuperabile, sul versante dello sport più popolare, il calcio. Dinanzi alla televisione, nella congerie affascinante e apparentemente inquieta e confusa di corse, salti e lanci, Placido mise attenzione anche ai mezzofondisti africani, keniani in specie, chiedendosi in chiusura, e riprendendo il letterario "Quid novi ex Africa", cosa e quanto stesse arrivando in Europa dallo sport del continente nero: "Una riunione d'atletica può servire anche a questo, a rammentarci, senza risvegliare in noi indebite ostilità, che l'Africa è vicina. Ed è veloce, velocissima. Se non è cultura, questa".