«Punto e a capo», il teatro corre sui binari di un treno
FabrizioFinamore Una commedia tutta ambientata nello scompartimento di un treno, una sorta di microcosmo, di piccolo mondo dove si incontrano per la prima volta persone diverse che molto probabilmente non si vedranno più. È strutturato così «Punto e a capo», il nuovo spettacolo che vede come protagonisti Marco Falaguasta e Michela Andreozzi di scena da domani fino al 24 gennaio al Teatro De' Servi. Scritta e diretta da Marco Falaguasta, questa commedia in due atti racconta le tante storie dei passeggeri di questo treno che proprio in questo particolare contesto, in questo breve e forzato momento di convivenza, hanno la possibilità di raccontarsi e confrontarsi. E così il pubblico a poco a poco apprenderà le vicende di Grazia che sta andando a lasciare il suo storico fidanzato, Punto che è atteso dal suo capo per un importante colloquio di lavoro, Antonio appena diventato papà che va a conoscere il figlio, quelle di Anna, una monaca zen, e quelle di un sinistro e inquietante personaggio seduto in fondo allo scompartimento che scoprirà le sue carte solo nel finale. «Questa commedia nasce fondamentalmente da una riflessione fatta proprio durante un viaggio in treno – ci ha detto Marco Falaguasta -. Quando sei in treno incontri delle persone nei confronti delle quali non hai né un passato né un futuro, persone che ti ascoltano senza condizionamenti e magari ti valutano senza pregiudizi. E così quando l'individuo è libero da condizionamenti e timori si sente anche più libero nell'esporre, nel raccontare se stesso non come si è ma magari come si sarebbe voluto essere». Nelle sue precedenti commedie Falaguasta ha spesso incentrato le sue storie sul tema delle tante scelte importanti che si è costretti a fare nella vita. «Scelte spesso non sempre libere – dice l'autore - ma condizionate dal giudizio degli altri: dei genitori, del partner, dei figli, dei colleghi di lavoro. Ecco, quando nel bilancio tra quello che sei e quello che avresti voluto essere, il gap è grande, allora emergono le frustrazioni che anche in questa commedia vengono analizzate e raccontate con grande ironia e sarcasmo. Rimango sempre dell'idea che il miglior modo per riflettere su noi stessi è l'ironia».