Tra Alfredo e Violetta arriva il computer
Il turista che arriva a Roma crede,a torto o a ragione, di potere gustare una bella opera nella Patria del melodramma. «La Traviata» al Teatro dell'Opera è esauritissima da mesi; il Teatro chiude dal primo al 23 gennaio. La sola alternative sono le rappresentazioni di compagnie di dilettanti o semi-dilettanti in Chiese anglicane la cui pubblicità è affissa in vari chioschi d'informazioni turistica. Quasi tutte programmano «La Traviata»; poco si addicono altari e candelabri agli amori sensuali, oltre che passionali, tra Violetta ed Alfredo. C'è, però, un'alternativa che ha assunto rilievo internazionale, anche se pochi romani la conosco. Quasi nascosto nei vicoli che da Piazza della Pigna portano al Collegio Romano, in via Santo Stefano del Cacco, c'è un teatrino di 150 posti, quasi sempre pieno: il Piccolo Lirico. Dal lontano Giappone si è mosso addirittura Suguru Agata, segretario generale del Japan Electronic Keyboard Society per visionare di persona due spettacoli, Tosca e Madama Butterfly. Agatai ha inserito il Piccolo Lirico tra i teatri di ricerca e sperimentazione sull'opera lirica censiti dall'Open Research Center Project dell'università della Musica di Showa. Agata è rimasto colpito dal fatto che mentre in Giappone, pur sempre impero di alta tecnologia, i concerti e le arie (non risultano le opere intere) sono eseguite con l'accompagnamento di un unico strumento elettronico, l'electone (a due tastiere sovrapposte) mischiato a qualche strumento convenzionale, a via Santo Stefano del Cacco si mettono in scena opere intere con quattro tastiere separate per riprodurre tutti i suoni di un'orchestra di 60 elementi. Da quest'anno l'uscita dei suoni, grazie al sistema sviluppato nel piccolo teatro della Roma rinascimentale, sono corrispondenti alla posizione dei singoli strumenti riprodotti dai pianisti «esecutori dei sistemi midi» quindi con una resa più fedele possibile e perfezionabile. «Tosca» e «Madama Butterfly» in bilico fra tradizione e sperimentazione sono in scena fino al 12 giugno. Non ci si aspetti di andare alla Scala: opere e drammi in musica vengono ridotti eliminando scene di massa e comprimari, lo spettacolo dura 90 minuti intervallo compresa ed inizia alle 20 per dare modo di andare a cena nei tanti ristoranti dei dintorni, i cantanti sono giovani (vi debuttò la ora notissima Amarilli Nizza). Di forte impatto le scenografie virtuali (ossia computerizzate): in «Butterfly» mostrano la storia della pittura giapponese da Tawara Sotatsu all'avanguardia, in «Tosca» la Roma dei tempi «che Pinelli immortalò».