Pupi siciliani, la magia in scena con Cuticchio
PaolaPariset La magìa dei pupi siciliani, i costumi bellissimi dei Paladini di Carlo Magno, lo scintillìo delle loro armi pesanti come quelle vere: è il mondo del cuntista e puparo palermitano Mimmo Cuticchio, figlio maggiore di Giacomo, che ha portato avanti la tradizione dell'Opera dei Pupi nella capitale siciliana, e che da ieri – con il primo spettacolo dedicato alle «Nozze di re Pipino» - al 29 prossimo è in scena al Teatro Studio nel Parco della Musica, per la rassegna «Natale all'Auditorium» di Musica per Roma. L'Opera del Pupi, col suo repertorio medievale nato dalle Chansons de Geste, dalle imprese di Carlo Magno, di Orlando suo nipote, e dal miracolo artigianale delle marionette, modellate e rivestite di luccicanti armi dalle strepitose maestranze delle famiglie siciliane e non solo, è miracolosamente sopravvissuta alla nascita del cinema e della televisione. È la forma di teatro popolare più amata in Sicilia e nel mondo, e recentemente l'Unesco l'ha dichiarata Capolavoro della Tradizione orale e Immateriale dell'Umanità. Il suo carattere popolare nulla toglie al valore epico dei cunti, al fascino del rapporto fisico e di forza fra il puparo e i pesantissimi pupi, cui le sue braccia dànno vita specie nelle mitiche battaglie. Mimmo Cuticchio, che ha portato la sua Opera anche a S. Pietroburgo pochi anni fa, ha intitolato i cinque spettacoli della rassegna odierna «Tradimenti e fedeltà», i temi base della vita dei Paladini, che alla difesa del Re dei Franchi, alla lealtà del guerriero, all'amore e alla fedeltà consacravano la vita. Oggi alle 11 «La spada di Orlando» narrerà delle imprese dell'eroe, figlio di Berta sorella di Carlo Magno, e della giusta sua vendetta sul saraceno Almonte che gli aveva ucciso il padre rubandogli le armi e la spada, la Durlindana; mentre alle 18 «L'amore di Berta e Milone» verterà sulla vita del padre di Orlando, Milone, e – andando all'indietro – il 28 alle 18 il cunto narrerà della sua morte per il tradimento di Almonte, mentre il 29 si canteranno i puri amori di Buono e Lucietta. Accanto a Mimmo, Giacomo curerà gli adattamenti scenici con gli aiutanti di quinta e – soprattutto – con l'accompagnamento del pianino a cilindro, lo strumento di sempre. Immenso il successo di ieri e sicuro quello odierno.