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«Prima c'era l'umanesimo ora impera il puttanesimo»

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Tiberiade Matteis C'è tanta voglia di dialogo e umanità nell'one man show di Rodolfo Laganà «Se non fossi già confuso mi confonderei» che allieta le vacanze natalizie dei romani dal 26 dicembre al 31 gennaio al Greco prima di una tournée nazionale. L'attore incontra il suo pubblico disposto a ridere dei mali della quotidianità, ma non vede l'ora di impegnarsi in un personaggio, come accadrà con «Ladro di razza» di Gianni Clementi dal 16 marzo alla Sala Umberto, e sogna il cinema e tanta fiction. Di quale confusione ci vuole parlare? «Della mancanza assoluta di punti di riferimento. Parto dalla punteggiatura: il punto e virgola è ambiguo, nei due punti il primo è necessità, il secondo cattiveria. I tre punti poi sono irritanti e mi ricordano le squadre di calcio. Tutti se la prendono con tutti: i farmacisti ce l'hanno coi supermercati, ma a loro volta fanno arrabbiare gli ottici perché vendono gli occhiali. Il mio è un monologo confuso sulla confusione. Descrivo il nostro passaggio di era dall'umanesimo al puttanesimo. Non posso dare consigli su come risolvere i problemi, ma suggerisco di tentare di chiarirsi un po' le idee». Per lei esistono valori certi? «La famiglia, l'educazione al lavoro onesto in cui si va avanti con le proprie forze, la limpidezza, la franchezza, la possibilità di guardare in faccia gli altri a viso aperto». Roma è la sua città: un nido o il regno del caos? «Ho l'orgoglio di essere romano e non me ne vergogno affatto. Dalla mia città ricevo amore, protezione e complicità, anche se la qualità della vita è confusa. Sei in balia di tutto quello che può succedere e spesso ti senti una nullità». È soddisfatto della sua carriera? «Ho desiderio di qualche bella prova d'attore come quella che mi aspetta in "Ladro di razza" alla Sala Umberto in primavera. La gente mi ama e mi conosce per lo show, un'esperienza in cui ho già dimostrato da anni le mie capacità, ma vorrei abituare i miei fans a vedermi come interprete. Qui devo calarmi in una figura che somiglia al Sordi del film ìLa grande guerra. Si ride molto fino a un momento di riscatto in cui decido di fingermi ebreo per non abbandonare una donna. Mi sento pronto per avventure che mi aprano nuove realtà d'attore con argomenti più complessi».

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