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Simone Cristicchi si sbilancia «Che bello cantare di Carla Bruni»

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Il«minatore» perché domani sera si esibirà a Roma, al locale The Place, con il coro dei Minatori di Santa Fiora, direttamente dagli anni '70. Sanremo lo diverte e, anche se non si spinge più in là di un «no comment» sulla sua partecipazione o meno al Festival, premette che, se canzone sarà, sarà un testo in cui «comparirà anche il nome della première dame Carla Bruni». «Nì», quindi, al teatro dell'Ariston: sulla sua presenza si deciderà soltanto oggi. E i minatori? Sarà come un «Santa Fiora Social Club», per parafrasare il titolo del film di Wim Wenders: eh sì perché come nel docu-film «la maggior parte di loro sono persone che cantavano per hobby, e che soltanto in un momento successivo hanno cominciato a esibirsi davanti a migliaia di persone». Il cantautore riassume e assicura: se ne ascolteranno delle belle. Tra divertimenti e canti anarchici, i minatori qualcosa c'entrano davvero. Collaborare con loro «è stata una esperienza fantastica - chiosa il cantautore tutto ricci - È stata un'esperienza particolare. Mi sono avvicinato in punta di piedi alla musica popolare, a persone che dagli anni Settanta tramandano le canzoni che raccontano l'epopea delle miniere, in particolare di quelle di Grosseto». Ospiti attesi per la serata di domani i membri della famiglia Marsella di Velletri: «Si avvicina il Natale e loro sono specializzati in questue, canti eseguiti soprattutto nei piccoli paesi». E alla domanda su cosa significhi il termine «ricercautore» risponde sicuro che «tutti i miei progetti e le mie canzoni vengono precedute da una ricerca, bibliografica e non: così è successo per il mondo dei manicomi». E il futuro cosa riserva? Sicuramente dopo la data del The Place una pausa di tre mesi («È da lì che iniziò il nostro tour, ed è là che doveva concludersi la nostra avventura prima della pausa estiva», assicura Cristicchi). A parte ciò, in serbo c'è uno spettacolo teatrale sulla campagna in Russia del 1941-1943: «Sarà raccontata attraverso un testo in romanesco che si intitola "Li romani in Russia", di Elia Marcelli e racconta - ha commentato Cristicchi - la storia vera di un reduce, uno dei pochi che riuscirono a tornare. E io mi cimenterò nel nuovo ruolo di attore. È una cosa a cui tengo particolarmente, visto che anche mio nonno fu uno dei pochi a tornare vivo dalla Russia».

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