...(giustissimo!) - ha proposto di derubricare la festa della Natività del Signore a un'apparentemente anonima "Festa delle Luci".
Deidifensori del Crocifisso e del Natale che fino a ieri facevano sacrifici alle fonti del Dio-Fiume Eridano e che attaccano un vescovo reo soltanto di aver ricordato che il cristianesimo è anzitutto Carità, francamente non si sente il bisogno. Ma torniamo al maestro di Cremona, che probabilmente è una brava persona e un buon professionista dell'educazione: ma che invece potrebbe essere il portavoce, volontario o no, d'un laicismo anticristiano che si nasconde dietro l'alibi dei bambini extracomunitari per portare il suo contributo alla battaglia per la cancellazione dei simboli cristiani dalla nostra vita comunitaria. Caro Signor Maestro, voglio sperare che la Sua proposta dipenda soltanto dalla sua troppo limitata cultura, che La induce a pensare simboli in chiave consumista: per Lei, in effetti, pare che la proposta espressione "Festa delle Luci" richiami a qualche cosa d'ingenuamente allegro e spensierato, roba da centro commerciale. Se è così, è meglio che i nostri bambini (compresi i piccoli extracomunitari) lo celebrino al buio. Se c'è una peste da combattere, che ci corrompe profondamente tutti e che contro al quale sarebbe l'ora d'insorgere, è il Natale ridotto a falsa festa della gioia e dell'amore e ad autentica, ridicola e ributtante Orgia dei Consumi: un'offesa blasfema al re del mondo che ha scelto di venire al mondo come l'ultimo dei poveri della terra; e ai veri poveri, quelli che la miseria non la vorrebbero ma la debbono subire anche per colpa nostra, del nostro beato Occidente che per secoli si è arricchito sulle spalle degli altri continenti, dell'ingiustizia del nostro sistema politico che tollera lo sfruttamento e la sperequazione. Per i Natali futuri, io auspico meno luci e più solidarietà. Sarebbe quello, davvero, l'autentico ritorno alla Tradizione. Se poi, Signor maestro, Le sembra che la Sua idea sia quanto meno originale, si dissuada. Alla "Festa delle Luci" ci hanno già pensato in tanti. Molti popoli antichi celebravano - e alcuni massoni o neopagani celebrano ancora -, proprio in età natalizia, la Festa del Solstizio. Giustamente, perché a Roma il cristianesimo trionfante, alla fine del IV secolo, impose di riferire al Cristo Sol Iustitiae la festa solstiziale del 25 diocembre, fino ad allora dedicata al Deus Sol Comes Invictus. Nei paesi scandinavi, il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, è la "Festa delle Luci". Presso gli ebrei la festa di Hanukkah (l'"Inaugurazione"), la celebrazione invernale delle settimana tra 25 Kislev al 3 Tèvet durante la quale si accende solennemente il candelabro a otto braccia, è detta appunto anche Hag ha-Urim, "Festa delle Luci". Nel 2010, corrispondente all'anno ebraico 5771, la festa di Hanukkah cadrà tra il 2 e il 9 dicembre. Ma la maggior parte dei Suoi ragazzi extracomunitari, Signor Maestro, saranno musulmani. Non si preoccupi. Conosco decine di Imam: li ho interrogati appositamente, e non ce n'è stato uno che non mi abbia risposto che ricordare la nascita del Profeta Gesù (che per l'Islam è Rukh-Ullah, "Spirito di Dio") è un gran bene, e che i bambini musulmani sono affascinati dall'Albero e dal Presepio. Certo, è una festa con un fondo un po' pagano, mi ha confidato qualcuno di loro: lo sappiamo bene anche noi, gli ho risposto. L'Albero di natale è un Albero della Vita germanico, i magi ci richiamano al mithraismo (ma sono citati anche nel Corano). Le culture sono collegate tra di loro e la circolazione e condivisione di alcune loro forme non è affatto sincretismo. C'è un solo modo per rispettare tutte le culture e garantirne la convivenza: imparare a conoscerle e ad amarle, tenendosi ben stretti alla propria, approfondendone il significato e difendendola, perché chi sta in casa propria ha diritto a vivere secondo le sue tradizioni e gli ospiti debbono imparar a rispettarle. Niente confusione dei linguaggi, ma anche niente sciovinismi e divieti. Consapevolezza di sé, considerazione degli altri. È tutto quel che ci serve.