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L'ultima follia dei fratelli Coen Un'intera vita che frana nel ridicolo

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A Serious Man di Ethan e Joel Coen, con Michael Stuhlbarg, Richard Kind, Fred Melamed, Sari Lennick, Adam Arkin, Stati Uniti 2009. La prima difficoltà nell'affrontare questo film, «A Serious man», dei fratelli Coen, è classificarlo. Che cos'è? Un thriller? Una commedia, un film tragico? Alcuni hanno tagliato la testa al toro definendolo «commedia-drammatico». Ma questo non rende giustizia allo sforzo narrativo dei due più fantasiosi illusionisti del cinema americano. Chi ha visto «Il grande Lebowski», o «Prima ti sposo, poi ti rovino», o anche «Ladykillers» se li scordi. Nella filmografia dei Coen «A Serious Man» ha una lontana parentela con «Non è un paese per vecchi», c'è lo stesso senso di impotenza di fronte all'incomprensibilità della vita. Ma non è un noir né un film d'azione e tantomeno uno splatter. Insomma chi ama i Coen si prepari, perché quest'ultima pellicola va un po' per conto suo. È la storia di un professore di fisica ebreo che, in un periodo che ricorda con ironia gli anni Sessanta, assiste, senza capirne il motivo, al rapido franare della sua vita. Tutto procede con ritmi attentamente studiati. La narrazione è sostenuta da una fotografia solo apparentemente semplice (ricorda certi film, appunto, degli anni Sessanta, ma ha le finezze permesse dalle tecnologie di oggi), tutto è animato dalla più pura ironia yiddish. Si ride, sì, ma veramente a denti stretti. La bravura dei Coen è nel mischiare eventi tragici con piccoli, ridicoli, disagi quotidiani che, presentandosi uno dietro l'altro nella vita del protagonista, la demoliscono.  Gli attori sono tutti bravissimi, ma sconosciuti. Non ci sono George Clooney e Catherine Zeta-Jones, né Tom Hanks, né Brad Pitt. Visi volutamente anonimi per una storia inesorabile, un pezzo di alto cinema che ha ben poche parentele. A chi adora il cinema piacerà. Anzi, piacerà moltissimo. Chi ha voglia di un action movie è meglio che si cerchi un altro titolo. Un «antenato» il film «A Serious Man» potrebbe averlo: il fumetto di Will Eisner «Contratto con Dio». Risale agli anni Settanta, è la prima graphic novel mai realizzata e oggi, naturalmente, non la ricorda più nessuno. Tranne i fratelli Coen.

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