Il fantasy di Natale che piace ai grandi
A CHRISTMAS CAROL, di Robert Zemeckis, con Jim Carrey, Gary Oldman, Colin Firth, Stati Uniti, 2009. Stimo da anni Robert Zemekis che, con le sue sperimentazioni, ha dato un lustro inedito al cinema americano. Quando, ad esempio, in «Forrest Gump», ha fatto interagire il protagonista Tom Hanks con personaggi proposti in filmati d'epoca. Quando, in «Chi ha incastrato Roger Rabbit», è riuscito a perfezionare al massimo l'incontro fra disegni animati e persone. E, di recente, quando, in «Polar Express», ricorrendo, con il digitale, a una nuova tecnica definita a Hollywood «performance capture», è riuscito addirittura a moltiplicare, metà a disegni animati, metà dal vivo, le interpretazioni di singoli attori, senza scompensi di stile. Oggi riprende quella stessa tecnica portando nuovamente sullo schermo il celebre «Canto di Natale» di Dickens: la favola del vecchio avaro, Ebenezer Scrooge, che non accetta il Natale e la bontà fino al giorno in cui tre fantasmi non gli evocheranno i Natali che ha trascorso in passato, quelli del presente e, soprattutto, quelli, minacciosi e funebri, del suo futuro. Convertendolo. Zemeckis, alla tecnica del «performance capture», ha aggiunto, questa volta, quella della Terza Dimensione (la 3D) e si è genialmente sbizzarrito a mescolare i disegni animati con le persone, moltiplicandone la presenza di varie parti (persino un vecchio, di cui lo stesso attore ricrea il passato di bambino). La immagini, sempre fantasiose, in una Londra ottocentesca ispirata alla iconografia dei libri di Dickens), si affidano ad evocazioni pittoresche di ambienti, situazioni, personaggi metà reali metà scaturiti da incubi, in cifre di grande e travolgente suggestione visiva. I disegni animati contribuiscono alle atmosfere di favola, in mezzo, alle tante figure interpretate da attori, si dà il compito di suscitare tensioni ed emozioni. Senza che mai, nonostante lo spunto, si ceda al sentimentalismo facile. Risultato: un film che si vede con gioia ed anche un po' commuovendosi, apprezzando soprattutto, fra gli interpreti, il multiforme Jim Carrey, uno Scrooge quasi stregonesco, ma anche evanescente ed etereo nei fantasmi dei Natali.