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Emanuele Salce, più attore più regista o più figlio d'arte «Attore regista e figlio d'arte.

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Epoi essere un figlio acquisito di un grande come Vittorio Gasman ha semplificato e complicato al tempo stesso la mia esistenza». Gli anni dell'infanzia li ricorda? «Assolutamente sì. Molto duri, un rapporto certamente non facile con Vittorio. A volte ero quasi una difficoltà tra lui e mia mamma. E poi non ho conosciuto a tempo pieno la famiglia classica». E si è ribellato durante gli anni della scuola? «Un alunno vivacissimo, molto ribelle. Non ero bravo in condotta. Ho cambiato più di una scuola, tante scuole. Un cambiamento che era un esplicito mio modo di essere e di pormi nei confronti degli altri». E la passione per lo spettacolo? «L'ho avuta da sempre, ma confrontarmi con mio padre, con Vittorio Gasman, era un esame troppo difficile per me». E poi? «E poi ho finalmente capito che bisogna fare quel che si vuol fare. E accontentarsi di quel che si sa fare senza soffrire gli altri. Sono riuscito finalmente a fare quello che volevo e così nella mia vita è arrivato un equilibrio che mi ha regalato un percorso professionale». È romano? «Sì, anche se per motivi burocratici sono nato a Londra». È innamorato? «Ora non so, sono single ma non capisco ancora se per necessità o per caso. Ho avuto una lunga convivenza con una donna che ricordo sempre con piacere». È tranquillo? «Se mi confronto con Emanuele adolescente sono davvero una persona tranquilla». Come ricorda suo papà Luciano? «Con molto piacere e ho anche messo su un documentario proprio per omaggiarlo: "L'uomo dalla bocca storta". Tanto repertorio e tante testimonianze in onore proprio di Luciano Salce. Ed ora c'è anche un libro, si intitola "Luciano Salce una vita spettacolare"».

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