Ernesto Treccani, l'artista organico che dipinse Piazza Fontana
Fuallora che Ernesto Treccani, figlio del senatore Giovanni Treccani degli Alfieri, mitico fondatore dell'Enciclopedia, creò a Milano col sostegno paterno al periodico «Via Giovanile», poco dopo trasformatosi in «Corrente», strumento di opposizione politica ed artistica al fascismo. Vi si radunarono attorno Ungaretti, Saba, Quasimodo, Argan, Sassu, Birolli. «Corrente» divenne un vero e proprio movimento artistico, cui si aggregarono Cassinari, Guttuso, Morlotti, Migneco, Vedova. Con l'inizio della guerra la rivista viene soppressa e Treccani aderisce al Pci. Contemporaneamente, inizia a dipingere tenendo la sua prima personale nel 1949 nella prestigiosa Galleria del Milione. Diventa uno dei protagonisti del nuovo movimento realista, impegnato politicamente e socialmente. Si affermano come suoi temi prediletti la realtà contadina calabrese e il paesaggio industriale milanese e parigino. Nella sua ricerca la tradizione naturalista lombarda si fonde con una gestualità quasi informale mentre dalla metà degli anni '50 prevale un intimismo dai toni lirico-fiabeschi. Fra le opere più celebri, spicca nel 1971 la grande tela «Un popolo di volti», ispirata ai funerali delle vittime di Piazza Fontana. Anche se solo il giudizio del tempo dirà la verità, più che un grande artista Treccani è stato un pittore appassionato e politicamente engagé, a cui rende tributo il cordoglio del Presidente della Repubblica, Napolitano e del Ministro per i Beni culturali, Bondi.