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"Uomini mascalzoni? Ne sono rimasti pochi"

L'attrice Claudia Gerini

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Torna a calcare le scene la procace Claudia Gerini, dopo la nascita della secondogenita e lo fa nel film «Meno male che ci sei» di Luis Prieto, dove gli uomini non fanno certo una bella figura. In questa commedia sentimentale il padre della protagonista (Marco Giallini) è un marito fedigrafo: ha una relazione extraconiugale con Luisa (Gerini) ma, portando in vacanza la moglie, l'aereo si schianta e addio coppia. Luisa perde l'amante e guadagna sua figlia, l'orfana Allegra, (l'esordiente Chiara Martegiani cresciuta nel vivaio di «Amici»), che va a vivere da Luisa per ricomporre un ultimo brandello di famiglia. Gerini, c'è qualcosa che l'accomuna al suo personaggio? «La fiducia nel prossimo: come lei, mi sento una donna albicocca, morbida fuori e non una donna noce dura e spigolosa dentro. Il mio personaggio, solo in apparenza, sembra una fallita: prima il suo amante muore, poi si fidanza con un altro (Guido Caprino) che la tradisce e appena sa che è incinta la molla. Ma alla fine, Luisa è una persona positiva e vincente che accetta la realtà, vive di emozioni e, senza diffidenze, accoglie in casa sua una ragazza di cui non sa nulla, se non che è la figlia dell'amante morto. Tra le due donne nasce una grande complicità, nonostante la differenza di età e di personalità: io sono rotonda e coccolona mentre lei è alta, scura e dark. Anche sul set ho fatto un po' la chioccia».  Il personaggio della ragazza non le sembra un po' troppo spregiudicato per una 17enne? «Non credo, quando si è giovani si fanno tante sciocchezze. Si spinge l'acceleratore, anche a me è capitato quando avevo 18 anni. A quell'età si vuole provocare, provare i propri limiti contro tutti e tutto, fino a sperimentare persino il marcio: è un modo per crescere». Gli uomini invece ne escono fuori a pezzi, con il solito carattere infantile ed egoista... «Sì, ma non tutti. Il giovane Gabriele (Alessandro Sperduti) di cui s'innamora Allegra è un ragazzo in gamba e responsabile, è la speranza, il futuro dei maschi. Certo, i quarantenni miei coetanei sono a volte un po' egoisti, vivono soli con "quattro salti in padella" e non vogliono avere legami. Sono inaffidabili, è vero, ma saranno il 20 per cento della popolazione maschile. La maggioranza ama la famiglia e i figli, lavora sodo per portare i soldi a casa. Insomma, non tutti gli uomini sono da buttare. Quella libertà esagerata dei single a me sembra una galera, mentre prendersi cura di una donna e crescere un figlio migliora gli uomini». Il film si rivolge ai quarantenni o agli adolescenti?  «Ad entrambi. La storia ha una doppia anima: quella dei giovani e quella dei quarantenni in crisi; per questo, ha anche un doppio manifesto, uno con i due adolescenti e l'altro con me e la ragazza». Ha progetti in cantiere? «Sogno di fare un musical, mi piacerebbe mettermi alla prova come cantante. Me lo avevano proposto ma Linda (la figlia avuta da Federico Zampaglione dei Tiromancino) è ancora troppo piccola. E per ora faccio solo la mamma».

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