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"La Prima Linea" promosso dal ministero

Riccardo Scamarcio in una scena del film

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E alla fine «La Prima Linea», il film di Renato De Maria sul sanguinario gruppo terroristico, è stato riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali «di interesse culturale nazionale». Dopo una grandinata di polemiche (soprattutto da parte di chi temeva che la pellicola potesse contenere messaggi ambigui, magari favorevoli al terrorismo rosso), dopo che il produttore Occhipinti ha rinunciato ai soldi pubblici, ieri l'apposita commissione ha deliberato che «dal film non emerge alcuna apologia e alcuna giustificazione della violenza terroristica». Riccardo Scamarcio, protagonista bello e tenebroso nei panni del terrorista-capo, dopo la «sentenza» del ministero si è tolto qualche sasso dalle scarpe: «Il ministro Bondi forse si sarebbe potuto risparmiare la sua uscita su "La Prima Linea", è stato smentito dalla stessa Commissione da lui istituita». E come dargli torto, Shakespeare avrebbe detto: tanto rumore per nulla. Bondi, cercando una via salomonica, aveva detto che la pellicola certamente non è a favore dei terroristi, ma che è meglio «non usare fondi pubblici per finanziare questo genere di film». Alla fine l'effetto delle polemiche, messi in pace i sentimenti, è stato quello di obbligare il film a «camminare con le sue gambe», insomma a fare affidamento sul botteghino. «Peccato che la produzione abbia intanto deciso di rinunciare al finanziamento dello Stato per smarcarsi dalle polemiche - ha detto Scamarcio - Speriamo che il botteghino ci restituisca quello che noi stessi abbiamo deciso di toglierci da soli. Questo è e vuole restare un film, non una tesi politica». Alla fine decideranno gli spettatori.

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