Sasha Waltz e i suoi 35 danzano oggi al MAXXI

PaolaPariset Siamo dinanzi ad un'anteprima dell'inaugurazione propriamente detta del MAXXI di via Guido Reni, prevista per la primavera del 2010: il Museo delle Arti del XXI Secolo, che l'irachena Zaha Hadid sta portando avanti da alcuni anni, ormai completato nelle parti architettoniche, ieri ed oggi sta vivendo una Architectural Prewiew d'eccezione. Nelle mattinate il monumentale Museo è stato eccezionalmente aperto al pubblico vuoto come è – e come presto non sarà più, sottolinea l'architetto e direttore Pio Baldi - privo delle collezioni artistiche, destinate rispettivamente all'arte e all'architettura. Poi sarà la volta di Sasha Waltz, oggi alle 16, indi alle 21 (come ieri sera): questa artista di grande fama del teatro-danza tedesco, uscita dalla costola di Pina Bausch, presenta infatti con i 35 danzatori del Sasha Waltz & Friends la performance «Dialogue 09-MAXXI», da lei ideata e coreografata appositamente per la struttura del Museo, nell'irreale odierno vuoto. La coreografa, impegnata nell'apertura della danza verso le arti plastiche, verso il movimento e lo spazio muto, il dinamismo e le arti statiche, non è nuova alle nozze coi Musei: il primo «Dialogue» infatti nacque nel 1999, in occasione dell'apertura del Museo Ebraico di Berlino. Oggi, grazie al progetto elaborato dal MAXXI insieme con la Fondazione RomaEuropa, Sasha Waltz lascia snodarsi negli spazi curvilinei del complesso museale, sotto la luce modulata di vetri con inserzioni di filamenti metallici e quant'altro, i suoi straordinari danzatori, avvolti nella musica di Hans Peter Kuhn, diffusa nei vari livelli del MAXXI. Roma ha accolto altre volte questa coreografa d'avanguardia, in particolare pochi mesi fa nell'Auditorium Conciliazione, dove in «Impromptus», su musica di Schubert, nonostante l'assunto romantico, ella sciorinò diversi stereotipi del teatro-danza, come il colorarsi dei ballerini a vicenda il corpo, o l'immergersi in scena in una pozza d'acqua. Ma oggi la fluenza dell'architettura interna del MAXXI e la bellezza della luce hanno suggerito alla Waltz una nuova musicalità del linguaggio corporeo, che mira ad una trasformazione dei ballerini in sculture in movimento, e che non mancherà di affascinare il pubblico, chiamato a spostarsi e ad inseguire i danzatori lungo l'intero percorso del Museo.