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Renato Zero sorprende i sorcini

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Sombreri,sgabelli, bandiere bianche e brindisi si rincorrevano sotto le luci nette dei riflettori. Renato Zero ieri giocava in casa e lo sapeva. «Questa è Roma» ha detto all'inizio del suo debutto romano ed è stata solo la prima ovazione di quei sorcini che non lo hanno abbandonato mai. Ai lati del palco si aprivano e chiudevano due ventagli che abbracciavano l'orchestra e il pubblico lì sotto. Mentre Renato chiedeva di «amare il prossimo», «lasciare quella cazzata di Facebook, scendere in strada e citofonare agli amici». Le canzoni di «Presente» costituivano l'ossatura della scaletta che, però, ha scavato anche nei meandri della sua quarantennale carriera. Da «Divo» a «Qualcuno mi renda l'anima», da «Salvami» a «Morire qui» e «113». Fino a «Gli unici», l'unico brano inedito, e «I migliori anni» che ha chiuso il concerto e fatto tremare il cuore. Presente come lui. Come chi canta da decenni prendendo in giro le mode. E regalando una lacrima a chi sa ascoltare. Come ieri sera. Quando Renato ha capito che era riuscito a sorprenderci tutti. Ancora una volta. Car. Ant.

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