"C'è acqua sulla Luna"
Pare fatto apposta, e chissà se lo è. Nel quarantennale dello sbarco sulla Luna, «quel piccolo passo per l'uomo ma grande per il mondo», dagli States di Obama (spesso accostato a Jfk, che sul programma spaziale tanto puntò) arriva la conferma-bomba: sulla luna c'è acqua. Non un'inezia d'acqua (le minuscole molecole raggelate trovate finora) ma l'equivalente - in ghiaccio - di 90 litri. «Una quantità significativa», dice la Nasa. E l'annuncio, sullo scorcio dell'annus horribilis degli Usa, rilancia nell'immaginario collettivo i sogni di vita nello spazio ed emulsiona studi, esperimenti, investimenti sull'algido satellite. La scoperta - divulgata dalla Cnn - è frutto del nuovo impulso dato ai programmi Nasa e all'imperativo di riportare l'uomo sulla Luna entro il 2020. A giugno dalla Florida era stato lanciato il missile-proiettile Centaur dotato di L-Cross, sonda capace di bombardare la superficie lunare, raccogliere i detriti dell'esplosione e consentire agli scienziati a terra di esaminarli. Ebbene, un mese fa Centaur - dopo aver percorso 9 milioni di chilometri - ha colpito un cratere, Cabeus, nel sud della Luna. Subito un altro missile con telecamera ha filmato l'impatto. E la conferma di anni di ricerche che - a partire dal '71 - avevano sfatato l'idea di un satellite arido. «Abbiamo sbloccato i misteri dei nostri vicini del sistema solare - comunica con legittimo sfoggio di retorica la Nasa - questo ci permetterà di rivelare altri segreti». In concreto che succederà? Risponde l'astrofisica Margherita Hack: «Che gli astronauti potranno permettersi lunghe permanenze. La scoperta era prevedibile, ma finora non si era cercato nel posto giusto. Bisognava puntare su regioni protette dal Sole. Sulla Luna la temperatura di notte scende a cento sotto zero, ma di giorno schizza a 100 sopra zero. Per questo nei crateri esposti al sole il ghiaccio si scioglie. Inevitabilmente».