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L'arte contemporanea ha una nuova casa

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GabrieleSimongini Ci sono voluti undici anni, sei governi, 150 milioni di euro, 1.250.000 ore di lavoro ma finalmente il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo è nato ufficialmente, almeno da un punto di vista architettonico. E le aspettative non sono da meno in termini di numeri, perché ci vorranno circa 10 milioni di euro all'anno per la sua gestione mentre sono attesi fra i 200.000 e i 400.000 visitatori ogni 12 mesi. Con comprensibile orgoglio, il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, il geniale architetto Zaha Hadid e il presidente della Fondazione MAXXI Pio Baldi, affiancati dall'assessore alle Politiche Culturali del Comune, Umberto Croppi, hanno presentato ieri in anteprima gli spazi del nuovo museo, completamente vuoti. «La nascita del MAXXI – ha detto Matteoli – conferma che nel nostro Paese i migliori risultati si raggiungono quando prevalgono il dialogo e la continuità istituzionale anche fra governi di diverso colore politico». «E così – gli ha fatto eco Bondi – il MAXXI e il nuovo Macro progettato da Odile Decq daranno vita alla più grande piattaforma europea dedicata all'arte contemporanea». Gli spazi del MAXXI, nel cuore del quartiere Flaminio, ideati da Zaha Hadid e da Patrik Schumacher sono impressionanti per l'immensità e per l'intreccio di forme che suggeriscono l'idea del flusso dinamico e continuo fra interno ed esterno, con un visitatore immaginato in frenetico movimento. Il museo, anzi il «laboratorio creativo e il campus», come lo ha definito Zaha Hadid, è fatto di pareti curve, di salite e discese, di scale sospese nel vuoto, di vertiginosi e spettacolari squarci prospettici, di ampie vetrate che dialogano con gli edifici circostanti e con la luce naturale. Insomma, è un'opera d'arte a se stante, talmente imponente da schiacciare quadri e sculture che corrono il rischio di scomparire in questi spazi autoreferenziali. «E poi – ci dice Roberto Grossi, membro del consiglio d'amministrazione della Fondazione MAXXI – devono ancora essere risolti tanti problemi gestionali e finanziari». Certo, questo non sarà solo un museo dell'arte e dell'architettura contemporanea, precisa Zaha Hadid, ma un «multiforme centro culturale e un laboratorio di ricerca che si riversa su un ampio campus urbano». La collezione permanente del MAXXI ospiterà oltre 350 opere con nomi che vanno da Richter a Warhol, da Kapoor a Kentridge, da Merz a Penone e Boetti, oltre a 75.000 documenti d'architettura. E la prova del fuoco della sua efficienza espositiva si avrà nella primavera del prossimo anno, con cinque mostre, fra cui «Spazio!», un percorso fra le collezioni del MAXXI Arte e del MAXXI Architettura, e la prima antologica dedicata a un grandissimo artista come Gino De Dominicis, improvvisamente scomparso nel 1998. Intanto, questo fine settimana (sabato 14 alle 21 e domenica 15 alle 16 e alle 21) il museo sarà aperto in via eccezionale e ospiterà l'installazione coreografica di Sasha Waltz.

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