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Quando l'ingiustizia non fa notizia

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.Il «valore» di una notizia, infatti, è calcolato in base alla fredda ragion di tiratura. Raramente accade il contrario. Così piccole truffe, micro-crimini da strada, furtarelli non efferati, liti condominiali che meritano soltanto un giorno in Pretura diventano «Cronache da ultima pagina», che è il titolo del primo libro dell'avvocato Gianni Dell'Aiuto (ed. Guida, pagine 250, euro 12,50). Una raccolta di racconti veri che hanno per protagonista la Giustizia. Anzi, l'ingiustizia, l'innocenza violata e poi beffata. Oppure usata come una clava, adottata inconsapevolmente come terapia per dare sfogo alle paranoie personali, impugnata come un'arma impropria per placare fobie e soddisfare insani spiriti di vendetta. Ecco allora la signora che, sicura di aver subito il furto di un «telefonino», fa licenziare due traslocatori, svolgere tre anni di indagini, compilare montagne di carte del tutto inutili. Sì, perché il cellulare era finito in un armadio di casa sua, non era mai stato rubato. O il neosposo che sta per partire in viaggio di nozze, gli vengono sottratti documenti e carte di credito e dopo un paio d'anni si ritrova con sessanta procedimenti penali e civili a carico (fra i quali una bancarotta) senza aver mai commesso un reato. Una «malagiustizia» vittima della burocrazia impazzita, come accade per la moglie tradita e abbandonata da un uomo che non rispetterà i patti di separazione e non si prenderà neanche cura dei suoi due figli. E che si vede annullato il processo perché invece di 45 giorni tra quello in cui il marito aveva ricevuto la citazione e l'udienza ne erano trascorsi «solo» 44. C'è l'estensore logorroico-compulsivo di esposti e denunce, il cliente che nessun avvocato vorrebbe mai vedere entrare nel suo studio, il poveretto che, in quartiere abusivo al 100%, pensa di costruirsi con le proprie mani la casa investendovi tutto quel che ha. Sicuro di non incorrere nei rigori della legge in quel far west. Invece la legge gliela sequestra e la fa demolire. E le «cronache» continuano, dipingendo un campionario umano colorito e vario che, al contrario del «mostro», non avrà mai l'«onore» di essere sbattuto in prima pagina.

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