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Quando l'altro mondo ha il volto di Cosa Nostra

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Ilfenomeno mafioso è esplorato sul palcoscenico grazie al testo «Parole d'onore», vincitore quest'anno del Premio «È Giornalismo», istituito da Indro Montanelli, Enzo Biagi, Giorgio Bocca e Giancarlo Aneri e tratto dal libro omonimo di Attilio Bolzoni, edito da Rizzoli. Lo spettacolo, presentato in agosto al «Fringe Festival di Edimburgo», è stato in cartellone al Jermyn Theatre di Londra dal 7 settembre al 3 ottobre, approdando da stasera al 20 novembre al Piccolo Eliseo con gli attori Marco Gambino e Patrizia Bollini, diretti da Manuela Ruggero. È la rappresentazione, senza retorica né compromissioni culturali o ideologiche, di un «altro» mondo come la Cosa Nostra siciliana. Si animano, così, quelle terre di mafia in cui si ascoltano voci che salgono minacciose, sentendo il respiro di quegli uomini che hanno terrorizzato per decenni un'isola e anche il suo continente. Un universo avvolto nella paranoia, nella violenza, in un delirio di onnipotenza che ha spinto i mafiosi a scatenare una vera e propria guerra contro lo Stato è ritratto attraverso un catalogo dei loro «discorsi» e dei loro «ragionamenti» in una «parlata» che non è solo un linguaggio o un codice, ma un esercizio permanente di potere. I mafiosi si svelano per la prima volta per ciò che sono e senza pudore. A metà fra il viaggio nella Sicilia più tribale e tra i misteri più indicibili, si racconta una vicenda infame. Non c'è bisogno di chiarire né di commentare. È tutto oscuro e tutto alla luce del sole. Sono i protagonisti stessi a manifestarsi con le loro gesta e con le loro parole. Sono loro stessi che si rappresentano. Ha scritto l'autore Attilio Bolzoni, giornalista de «La repubblica», che ha attinto a esperienze dirette e incontri ravvicinati: «Sono voci che provengono da un altro mondo. Salgono minacciose, stordiscono. A volte arrivano sfuggenti e all'apparenza innocue, a volte sono volutamente cariche di presagi. Nascondono sempre qualcosa, portano sempre un messaggio. Tutto è messaggio nella loro parlata. Nel mio libro i mafiosi raccontano l'ultimo mezzo secolo della loro Sicilia. Parlano di moralità e famiglia, di affari e delitti, di regole, amori, amicizie tradite, di religione e di Dio, soldi e potere, di vita e di morte. Del rapporto con il carcere e con la legge, di latitanze infinite, dello Stato». Tra febbraio e marzo, l'allestimento arriverà in Argentina e negli Stati Uniti.

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