Fede, poesia, amore: il decalogo di Alda
Hoincontrato Alda Merini appena prima che il cancro cominciasse a farla soffrire. Ecco, sollecitata dalle mie domande, la sua toccante confessione. Ha esordito nel mondo della letteratura grazie a Giacinto Spagnoletti, considerato il suo "scopritore"; mentre il suo maestro è ritenuto Giorgio Manganelli. Spagnoletti lasciamolo perdere. Non sono d'accordo neanche con quei critici che parlano di Manganelli. Il mio punto di riferimento è uno: Rainer Maria Rilke. Come ricorda Vanni Scheiwiller, suo editore, amico, ispiratore? Dovevamo sposarci. Era il sogno di suo padre. Però io e Vanni ci siamo sempre odiati da ragazzi. Quando morì il povero Giovann Scheiwiller, Vanni mi si presentò in calzoncini e mi disse: "Io sono il tuo editore!" E io, di rimando: "Ma si metta almeno i calzoni"! E lo piantai in asso. Lei si è dedicata anche allo studio del pianoforte, forse per questo i suoi versi sembrano giri d'accordi. Mio nonno era maestro d'organo. Io ho assorbito tanto dai cantautori. Mi piace Celentano, la Vanoni che parla di una Milano particolare; e poi Lucio Dalla. Dicono la verità immediata, senza finire nei vortici della poesia. È stata una bambina solitaria? Sì. Ma anche molto felice. A 15 anni fece leggere a suo padre la prima recensione (scritta da Spagnoletti) ad una sua poesia. Lui la strappò e le disse che i versi non danno il pane. Le rispondo come ho risposto a quelli che mi han chiesto perché ho sposato un fornaio. L'ho sposato perché ho pensato proprio al pane! Le sue figlie sono state date in affidamento a causa dei suoi internamenti in manicomio. Questa è stata la vera tragedia della mia vita. Io ero gelosissima dei miei figli. Sono dei grandi amori. Nei periodi più difficili della sua vita, si è sentita un gladiatore nell'arena, o si è lasciata andare? Io mi sono rimessa alla volontà divina. E ho capito che l'uomo non è padrone del proprio destino. Ho avuto fiducia nella Provvidenza. Ma abbiamo un Dio - oserei dire - violento. Sì, d'accordo: "prendi tuo figlio e immolalo", è una prova d'amore tremenda. Però obbediscono: la Madonna obbedisce. Che cos'è che la affascina di più nella fede? È un trasporto verso l'Universo. Il nostro Dio si identifica con la natura proprio perché fa paura: è un Dio terreno. L'uomo ha avuto paura del fuoco, dell'acqua, dei torrenti. E, finalmente, ha creato il suo Dio. Il nostro Dio terrestre. Lei ritiene la follia come un capitale enorme, che può amministrare solo un poeta. La follia è un momento di stasi. E' la salvezza di cuore e anima. Quando uno diventa pazzo è perché va a vivere in un altro mondo. Ma non è follia, è riposo. Io non avevo più voglia di scrivere in manicomio. Ero così felice di aver perso di vista l'uomo che c'era fuori, che mi sono dedicata ai malati; e li ho trovati così interessanti, così bambini e così... poeti! Ha scritto molto dell'amore che comincia e finisce. Ma cosa succede in mezzo? Dei traumi orrendi. I miei amori sono accaduti quando ero in uno stato depressivo, o di malanimo. Sempre d'estate, quando fa molto caldo. E allora vi sono stati due corpi indeboliti, credo. Ma non so se chiamarli amori: sono grandi intese spirituali, grandi moralità che si scontrano e si interrogano. Quanto comprende il lettore la sua poesia? Non so. La poesia è una grande menzogna. Il poeta è menzognero, nasconde i propri sentimenti, è un timido. Si siede aspettando l'ispirazione, o è un'esplosione inaspettata? Mai avuta la scrivania. I versi più belli mi sono venuti mentre lavavo i piatti o scopavo il pavimento...O nell'avviso del parto: perdevo le acque e allora sentivo subito il bisogno di scrivere. Si sente sola? No, io sto così bene con me: sono il migliore amico di me stessa. Molti grandi poeti non hanno avuto il Nobel. Molti ritengono che il premio più bello è avere una grande messe di lettori. E lei? Non ho mai pensato al Nobel, anche perché non sono pochi quelli che lo hanno vinto con demerito. Questo premio è ambito perché ricchissimo. Se mai dovessi vincerlo penserei a distribuire tutti quei soldi ai poveri. Con l'assegno della legge Bacchelli ho comprato la casa alle mie figlie; sono portata a pensare agli altri. Più che il Nobel, mi piacerebbe che mi dessero una laurea: è da sempre il mio sogno! Pensa che questo nostro Paese ami poco i poeti? Non amo molto questo Paese che non ama i poeti. Ma le dirò, parafrasando Celentano: "Francamente me ne infischio"!