Gli Yes in concerto al Tendastrisce

Quarant'anni di musica con la capacità di attraversare le epoche rimettendosi in discussione. Dagli albori «progressive» agli ammiccamenti pop degli anni Ottanta. Gli Yes sono una delle band più rappresentative dell'ondata sinfonica che ha attraversato il rock a cavallo degli anni Settanta. Cavalcate in cui le tastiere sinuose rincorrevano avvolgenti riff di basso e chitarra. Col tempo, però, il cosiddetto «progressive» ha perso la sua capacità aggregativa. Gli Yes, però, non si sono persi d'animo e hanno seguito il gusto dominante. È negli anni Ottanta che la band sforna il suo album e singolo di maggiore successo, quel «Owner of a lonely heart», rimasto per mesi in cima alle classifiche di vendita. Le trasformazioni del sound sono state accompagnate da defezioni e new entry anche nei componenti del gruppo. Fino a giungere, tra alti e bassi, ai giorni nostri e all'attuale formazione. Tanti i musicisti che si sono alternati sul palco, anche se solo il bassista Chris Squire è rimasto in formazione fino ai giorni nostri, con Steve Howe e il cantante storico Jon Anderson che hanno coperto la quasi totalità dell'attività degli Yes. La band è ora in tournée nel nostro Paese per tre date che coinvolgeranno Vicenza, Milano e Roma dove suoneranno mercoledì al Teatro Tendastrisce. La formazione dal vivo comprenderà, oltre agli storici Chris Squire al basso (unico componente rimasto sin dagli inizi), Steve Howe alla chitarra e Alan White alla batteria, i nuovi acquisti Oliver Wakeman (figlio di Rick, ex componente del gruppo) alle tastiere e lo straordinario canadese Benoit David alla voce. Tra le tappe più importanti della loro carriera ricordiamo la trilogia tra il 1972 e il 1973 formata da «Fragile» (con l'hit «Rondabout»), «Close the Edge» e il live «Yessongs», che confermò la validità della formula fatta da brani di grande durata, virtuosismo musicale e testi evocativi. Ma anche negli anni '80 gli Yes ottennero un grande successo con l'album «90125» che conteneva «Owner of a Lonely Heart» presentando un suono più moderno. Questo tour suggella un rapporto degli Yes con l'Italia che risale agli anni '70. A ogni presenza nel nostro paese il pubblico ha sempre tributato un grande successo alla formazione. Siamo certi che tutto questo non mancherà neppure nei prossimi giorni.