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Il Novecento di Foà

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Tiberiade Matteis Torna nella capitale, in serata unica martedì alle 20,45 al Valle, nell'ambito della monografia dedicata al regista Gabriele Vacis, il suo spettacolo «Novecento», scritto appositamente per lui e per l'attore Eugenio Allegri da Alessandro Baricco. Il monologo, incentrato sulla vicenda fantastica del ragazzino, poi uomo, mai sceso dalla nave sulla quale è stato abbandonato col suo pianoforte, si trasforma in un duetto vocale che abbina i due interpreti a cui si lega la fama del lavoro: Arnoldo Foà ed Eugenio Allegri. Ad applaudirli dalla platea ci sarà anche l'autore. Pubblicato in Italia nel settembre 1994 da Feltrinelli, «Novecento» ha venduto oltre un milione di copie ed è stato tradotto in tutta Europa, in Giappone, Brasile, Argentina, Colombia, Canada e Israele. Nel giugno del 1994 al Festival di Asti ha debuttato il primo allestimento teatrale con la regia di Gabriele Vacis e l'interpretazione di Eugenio Allegri. Lo spettacolo ha realizzato circa 300 repliche in tre anni. Nel 1998 Giuseppe Tornatore ha firmato la versione cinematografica del testo con il film «La leggenda del pianista sull'oceano». Adattato per la radio dalla BBC, è stato messo in scena con grande successo in tutto il mondo. Nell'agosto 2000 è stato prodotto dal Festival di Edimburgo uno spettacolo esclusivo in inglese. «Novecento è un ricordo continuo di un qualche cosa che ha fatto vivere questo personaggio - ha dichiarato Arnoldo Foà - E stranamente è come se lui non esistesse. Come se quel Novecento, che lui ricorda con tanta intensità fosse lui stesso. E questo è quello che dovrò fare. Dovrò far capire chi è questo personaggio che mi ha colpito talmente da farmi addirittura invecchiare col ricordo di sé. Non sono più neanche ricordi suoi, è come se lui vivesse quello che ha vissuto il personaggio che sta ricordando. L'interessante di questa storia, è che il protagonista non esiste, non c'è. Il protagonista è ricordato, rivissuto da me». «Molti hanno amato il personaggio di Novecento incarnato da Allegri perché lui "era" Novecento, nella seconda edizione abbiamo scelto Arnoldo Foà che, invece, è un amico, suo contemporaneo, che lo "dice”, lo "racconta”. Sono due anime dello stesso personaggio», ha spiegato il regista.

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