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Gli archivi dell'arte

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Questeparole di Gino Agnese, presidente della Fondazione La Quadriennale, sintetizzano perfettamente il motivo di maggior interesse della «Guida agli archivi d'arte del '900 a Roma e nel Lazio», pubblicata da Palombi editori per iniziativa della stessa Quadriennale, con il contributo della Regione Lazio. Quasi 150 fondi d'arte moderna e contemporanea conservati a Roma e dintorni sono stati censiti e ora resi disponibili a tutti con referenti, indirizzi e orari d'accesso. È questo l'esito di un lavoro di ricerca durato due anni e condotto dall'Archivio Biblioteca della Quadriennale con il coordinamento di Assunta Porciani. È la prima opera del genere in Italia, un «archivio degli archivi», una sorta di pionieristico apripista che trasforma la memoria in forza attiva. E così chiunque voglia saperne di più, andando direttamente alla fonte documentaria, di de Chirico o Guttuso, di Afro o Severini, di Capogrossi o Schifano, di Lia Drei o Scialoja, ma anche di storici dell'arte come Argan e Venturi o di venti famose gallerie d'arte, troverà nella Guida un immenso patrimonio di informazioni pratiche e biografiche che coprono un secolo, dai primi del Novecento agli inizi del Duemila. Opere come questa hanno una fondamentale importanza anche perché, come ha detto l'assessore alle Politiche culturali del Comune Umberto Croppi, «mettono in rilievo per contrasto un pericolo della nostra epoca, la scomparsa della corrispondenza epistolare e quindi degli archivi, sostituiti da mail e messaggi elettronici che hanno breve vita». Ieri, durante la presentazione della Guida, Gino Agnese ha rivelato che si pensa già a un secondo volume, visto il numero di archivi inediti che sono stati rintracciati in questi giorni, fra cui quello della storica Galleria La Barcaccia, lo spazio espositivo prediletto da Giorgio de Chirico a Roma.

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