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Le gag di Antonio Giuliani tra ricordi d'autore e flashback

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FabrizioFinamore Un vecchio garage pieno di ricordi: è questo al tempo stesso il punto di partenza e l'ambientazione del nuovo spettacolo di Antonio Giuliani dal titolo «Tutto di me» di scena al teatro Parioli da domani fino al 29 novembre. In «Tutto di me» il comico romano, accompagnato dalla giovane attrice Oriana Pollio, ripercorre la sua carriera artistica, iniziata proprio da lì, da un piccolo palco in uno scantinato, dove un ancora sconosciuto Antonio alle prime armi, muoveva i suoi primi passi nel mondo della comicità. Uno show fatto di flashback, di tanti ricordi di uomo e d'artista. Che ricordi ha delle sue origini? «Il muro del garage davanti ai miei occhi diveniva una platea immensa – ci racconta lo stesso Giuliani - Quando provavo i miei pezzi, nei primi anni in cui ho iniziato a fare questo mestiere, la parete del garage non la vedevo più e viaggiando con la fantasia m'immaginavo il pubblico». Lei è stato protagonista di ben due show all'Olimpico nel 2003 e nel 2004. L'Antonio Giuliani ventiquattrenne e acerbo artisticamente si sarebbe mai immaginato che questa platea sarebbe diventata di lì a poco addirittura la Curva Sud dello Stadio Olimpico? «Sinceramente no, non me lo sarei mai immaginato. Dico sempre che nella vita professionale mi sento realizzato perché ho esaudito il mio sogno nel cassetto più grande: esibirmi davanti alla Curva Sud». Come nasce «Tutto di me»? «Da un vero episodio di vita vissuta. Mia moglie, che in questo show è interpretata dalla brava e giovane attrice Oriana Pollio, un giorno aprendo il garage di casa si rese conto con stupore di tutte le cose che conservavo. "Butta tutto" mi disse. "Ma come faccio a buttare tutto? – le risposi - qui c'è tutta la mia vita artistica e non solo". E così dare una sistemata a quel posto anche nella storia diventa un'occasione per riprendere in mano le vecchie cose; maschere, costumi, parrucche, locandine che hanno caratterizzato la mia vita artistica e non solo. Una cazzuola, ad esempio, mi offre lo spunto per parlare di quando prima di questo lavoro facevo il muratore, è un modo per raccontare anche tanti aspetti della mia vita privata che la gente non conosce».

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