Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Muccino: dopo «Baarìa» Tornatore deve reinventarsi

default_image

  • a
  • a
  • a

Questele immagini inedite presentate ieri al Festival di Roma, di un video girato da Giuseppe Tornatore a metà degli anni '70. Così è iniziato il duetto tra Gabriele Muccino e Tornatore, moderato da Mario Sesti e Piera Detassis. Muccino ha detto di avere sempre «trovato un po' ridondanti i film di Tornatore. Ma "Baarìa" è invece riuscito in maniera superba e adesso deve completamente reinventarsi». Il regista siciliano, candidato dall'Italia alle nomination per l'Oscar con «Baarìa», ha replicato ricordando come «da anni mi dicono che realizzo film ridondanti. Forse, nessuno ha preso però in considerazione che quello è proprio il mio stile. Mi hanno detto che erano ridondanti pure "La sconosciuta", "Una pura formalità" e perfino quando ho fatto un corto dove c'era solo un cane e Philippe Noiret. Mi pare un po' eccessivo». I due registi si sono poi trovati d'accordo nel rapporto con le proprie opere e a sintetizzare il loro pensiero comune è stato Muccino: «Non vediamo più un nostro film per molti anni dopo che l'abbiamo fatto perché ne siamo nauseati. Vorrei essere come Allen, Germi e Fellini, vorrei rubare, ma anche rubare è un'arte che non sempre si riesce a fare bene». E a proposito del sequel de «L'ultimo bacio», «Baciami ancora», Muccino ha svelato che «è la mia riflessione sulla vita, con gli stessi personaggi romantici e deboli». Tornatore ha infine concluso ricordando che in «Baarìa» la corsa del bambino «è un'ossessione, allegoria dell'idea che i personaggi rincorrono un destino che non riescono mai a raggiungere. Il rapporto tra adulto e bambino è un tema che ritorna sia nel film di Muccino "La ricerca della felicità" sia nel mio "Nuovo Cinema Paradiso"». Din. Dis.

Dai blog