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"Papà, un onesto dispettoso che detestava gli intellettuali"

Sergio Leone sul set con Claudia Cardinale

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«Intellettuale, una parola che detestava». L'insofferenza era di Sergio Leone, il regista italiano capace di resuscitare il western moribondo in Usa. La racconta la figlia Raffaella, che produce e distribuisce film («Cattivo tenente», «Generazione mille euro»). Ha gli occhi lucidi mentre cammina nell'immenso spoglio spazio del Parco della Musica, il grande garage, dove gli Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo hanno ambientato la mostra «Sergio Leone, uno sguardo inedito». È l'omaggio del Festival del Film all'autore di «C'era una volta in America». E non a caso ha siglato la vigilia della kermesse capitolina, una preinaugurazione fastosa, nostalgica, intrigante. Per il cineasta che rimodellò il western. E lo fece realistico, multietnico, sporco, povero, attraversato da figure irragionevolmente violente. Raffaella Leone, ma suo padre se la prendeva con i critici che lo snobbavano? Macché. Loro bollavano le sue pellicole come polpettoni nazionalpopolari, ridicoli. Al massimo li definivano melodrammi. Lui nicchiava: "Vorrei essere considerato semplicemente un cantastorie". E poi: "Il tempo conferma o distrugge". La risposta viene dal posto che oggi papà occupa nella storia del cinema. Ma un giorno mi divertirò a pubblicarle, quelle recensioni. Però C'era una volta in America è raffinatissimo. Perché mio padre era un colto che detestava un aggettivo: intellettuale. E poi com'era? Contraddittorio. Divertente, infantile, molto, molto romano. Cioè aveva il sarcasmo, il cinismo, la flemma, la voglia di pensare in grande, tipica dei romani. Ma, su tutto, era una persona perbene. E con la famiglia?  Dispettoso e protettivo insieme. Vivevamo come una carovana, ci portava appresso ovunque andasse. Siamo cresciuti, io e i miei fratelli Francesca e Andrea, respirando la polvere dei set. Sono nata nel '61 e da allora, e mentre girava "Per un pugno di dollari" passavamo l'intera estate in Spagna, con la troupe. La bambina in braccio a Gian Maria Volonté in "Per qualche dollaro in più" è mia sorella. Più uniti di così.

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