Cinema in festa nel segno di Nino Rota
Una festa nella festa. Un lunghissimo applauso ha accompagnato ieri all'Auditorium Conciliazione gli Avion Travel mentre suonavano le ultime note del loro omaggio a Nino Rota, a trent'anni dalla morte del compositore. Nessun concerto poteva essere più appropriato per aprire la nuova edizione del Festival del Film di Roma. Sul palco Peppe Servillo, Fausto Mesolella e Mimì Ciaramella con l'Orchestra di S. Cecilia diretta da Marcello Rota. La regia era di Renzo Martinelli. Le note precise della chitarra di Mesolella si intrecciavano all'impatto sonoro dell'orchestra in un impasto emozionante e magico. Alle spalle degli Avion Travel un pannello semi-trasparente sul quale venivano proiettate le immagini che illustravano il brano in scaletta. Il concerto è cominciato con «Ai giochi addio», brano tratto dalla colonna sonora di «Romeo e Giulietta». Il testo di Elsa Morante faceva correre brividi lungo la schiena. Poi tutte d'un fiato le canzoni contenute in «Nino Rota - L'amico magico», il nuovo cd degli Avion Travel in uscita nel fine settimana. In scaletta «Parlami di me», «Pelle bianca», «The immigrant» (Il Padrino II), «Brucia la terra» (Il padrino III), «Canzone arrabbiata» (Film d'amore e d'anarchia), «Amarcord», «Lla rì Lli rà» (Le notti di Cabiria), «Gelsomina» (La Strada), «Bevete più latte» (Boccaccio '70), «Quello che non si dice» (Il Padrino II), «Lo struscio» (Amarcord) e «La passerella di Otto e mezzo». La preapertura del Festival del Film di Roma era anche un'occasione per sfilare sul red carpet di via della Conciliazione. Ospiti in sala Gianni Alemanno, Umberto Croppi, Gian Luigi Rondi, Franco Nero, Massimo Lopez, Caterina Caselli, Fabrizio Bentivoglio e Luigi Abete. La voce Peppe Servillo è servita anche a leggere un'affettuosa lettera scritta da Federico Fellini a Nino Rota: «Caro Nino, come ti dicevo io quel film lo voglio fare. Qualche giorno fa parlavamo di te con Giulietta e dicevamo che ci manchi tanto. Ci manca quel tuo testone e gli occhi luminosi». «Nino Rota non è un classico, è presente tra noi», diceva ancora Servillo dal palco. L'eco delle ultime note risuonava in sala e il pubblico usciva nella notte romana con le magie di Nino Rota ancora in testa.