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La crisi catodica

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Tiberiade Matteis Moderno focolare che non alimenta confessioni e abbandoni emotivi, il televisore è oggi il protagonista di ogni intimità familiare stimolando a una ricezione passiva e acritica delle banalità proposte con un'autorità invasiva e scaltra a cui nessuno riesce completamente a ribellarsi. Gioca con una provocazione scherzosa quanto necessaria la commedia «Un'ora senza televisione» del drammaturgo spagnolo Jaime Salom, considerato un riferimento nella storia del teatro contemporaneo europeo. La sua penna, impegnata per il palcoscenico quanto per il cinema e per significative iniziative imprenditoriali, rende incisioni profonde nella società, apre scanalature nei territori che meritano di essere salvaguardati e si adopera a ricucire le ferite della nostra sensibilità. Le sue operazioni chirurgiche intellettuali, svolte con gli strumenti dell'umorismo, dell'ironia e dell'eleganza, hanno trovato ospitalità, da martedì al 1° novembre al Teatro Stanze Segrete grazie all'edizione italiana diretta da Gianluca Ramazzotti che ha per protagonisti Ennio Coltorti e Patrizia Pellegrino con musiche originali di Gianluca Attanasio. Può arrivare un giorno in cui una moglie chiederà al marito di spegnere per sessanta minuti la televisione per ritagliarsi un'opportunità sempre più remota ed esclusiva: parlare. I nodi da sciogliere potrebbero, infatti, rivelarsi molti o forse addirittura troppi. Il silenzio del tubo catodico pone davanti a una realtà scomoda: il tema della coppia in crisi. È un argomento che il teatro si trova qui ad affrontare in modo serio, ma anche molto divertente. Un meccanismo perfetto, scaturito dalla sapienza di uno dei più prestigiosi e importanti autori spagnoli viventi, ci mostra, ricorrendo al linguaggio quotidiano, come ci siamo trasformati: attenti solo ai condizionamenti esterni e incapaci di ascoltare, analizzare e risolvere i moti dell'animo. Molto rappresentato all'estero, con tre stagioni a Madrid e più di mille repliche, questo lavoro è stato già allestito a New York e a Los Angeles, in Messico e a Parigi, con tanto di versione cinematografica in Slovacchia. È urgente, quindi, il suo intervento in Italia, una vera patria della dipendenza cieca dalla televisione.

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