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Perché Dio creò la Calabria? È polemica su Venditti

Antonello Venditti

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"Volete diventare calabresi?". E' stato per mesi lo slogan vincente di Fiorello dai microfoni di RadioRai nel programma "Viva Radiodue". Un gioco, una provocazione, un rituale all'interno di una finta vocazione minoritaria. I radioascoltatori si appassionavano, telefonavano, stavano al gioco, come pure tutti calabresi dello spettacolo che andavano in studio, disposti a farsi mettere alla berlina dal più geniale dei nostri intrattenitori. Ad Antonello Venditti, al contrario, la Calabria ha giocato un brutto scherzo, diciamo pure uno scivolone di gusto. Nessuno può dire "Perché Dio ha inventato la Calabria?" sperando di farla franca. Certo, sono arrivate immediate le semi-smentite, le riconversioni parallele, le precisazioni, ma la percezione della gaffe l'hanno avuti in molti. Curioso. Proprio nei giorni in cui la regione teneva banco con un festival dedicato a Mia Martini, la più illustre delle sue figlie canterine, la Calabria diventava di nuovo terra di nessuno, della serie Dio si è fermato ad Eboli. Una stretta al cuore, l'algoritmo cantautorale che dà i numeri. Forse Venditti si dimentica che il primo a credere ad un calabrese baciato dal talento, Rino Gaetano, fu proprio lui, presentandolo alla sua stessa casa discografica e producendogli il primo album. Ma probabilmente le colpe più che al cantautore romano dovrebbero essere attribuite a Youtube, la nuova bibbia mediatica che trasforma in verità tutto ciò che intercetta. Fortunatamente non è così. Youtube non è l'Autenticità ed equivoci di questo tipo sembrano sottolinearlo. Piuttosto chiediamoci perché milioni di italiani - evidentemente con molto tempo libero - vanno lì. A Venditti un solo consiglio. Visto che da sempre è preda della scaramanzia, il prossimo tour non lo faccia partire da Torino, come fa abitualmente da quarant'anni. Provi da Crotone.

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