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Nobel alle due regine dell'eterna giovinezza

Il premio Nobel Elizabeth H. Blackburn, dell'Università della California

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In Italia andranno di moda le veline, ma le signore bionde sanno anche fare di meglio: come Elizabeth Blackburn e Carol Greider, due studiose statunitensi, che ieri, con il connazionale Jack Szostak, si sono aggiudicate il Premio Nobel per la medicina. I tre scienziati, genetisti e biologi, hanno scoperto i «telomeri» che, detto così, non sembra un gran che, ma sono le strutture poste all'estremità dei cromosomi che governano la riproduzione cellulare. Sono loro, i telomeri, che determinano l'invecchiamento delle cellule e, in definitiva, quello dell'intero individuo. Conoscere i telomeri significa poter capire e intervenire, certo non oggi, ma è un passo avanti, sul processo di invecchiamento e anche sulle degenerazioni della riproduzione cellulare, come il tumore. La Blackburn è stata l'insegnante di Carol Greider che con lei si è laureata e da anni lavorano alla comprensione dei meccanismi cellulari. Se mai si scoprirà il siero dell'eterna giovinezza lo dovremo a loro e a Szostak. È la prima volta che vengono premiate due donne assieme. Oggi sarà assegnato il Nobel per la fisica, poi domani quello per la chimica; giovedì (attesissimo) quello della letteratura (favorito l'israeliano Amos Oz, in lizza ci sono anche anche Mario Vargas Llosa, Philip Roth e, tra gli italiani, Claudio Magris); venerdì quello per la pace e infine lunedì prossimo quello per l'economia.

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