"Con Distretto mi rimetto in gioco"
"Un ruolo drammatico che ho accettato perché mi riporta alle origini teatrali della mia carriera" svela l'attore. Quali doti possiede Davide Castelli, per essere tanto apprezzato dal pubblico del serial? È un professionista integerrimo sul lavoro. Ma nella vita ha le debolezze di un uomo associate alla simpatica ironia con cui affronta la quotidianità. Insomma ha una sorta di doppia personalità che gli conferisce un singolare appeal. Ci sarà anche nella decima serie di Distretto? Non mi dispiacerebbe. Davide Castelli mi è piaciuto fin dall'inizio e se avrà ancora qualcosa da dire, io ci sarò. Intanto torna anche al teatro? Da metà novembre fino ad aprile del 2010 porterò in scena lo spettacolo «Italiani si nasce e noi lo nacquimo». È la rappresentazione ironica di come sono cambiati gli italiani dall'Unità d'Italia, di cui nel 2011 si festeggiano i 150 anni. In scena ci saranno Giuseppe Garibaldi, interpretato da me, e Vittorio Emanuele. I due scendono dai propri piedistalli per osservare i nostri connazionali, oggi. Analizzeremo vizi, luoghi comuni, abitudini di un popolo che si rivela tanto diverso da come i due eroi l'avevano lasciato. La rivedremo in tv come comico? La comicità, sul piccolo schermo, necessita di un nuovo linguaggio. Per evitare di essere considerato fuori epoca, ho voluto cambiare genere. Si spieghi meglio Difficilmente mi riconosco nella comicità attuale. Sono legato a vecchi stilemi. Oggi c'è la tendenza all'usa e getta della battuta. Penso a Zelig, ad esempio, ottimo spettacolo, per carità, ma i nostri pezzi, quelli del Trio, duravano sette, otto minuti. A proposito, c'è la possibilità di un secondo ricongiungimento del Trio? Abbiamo voluto festeggiare i nostri 25 anni di carriera insieme. Il programma tv di due anni fa aveva il fine di lasciare un ricordo alto di noi tre. Anna Marchesini, Massimo Lopez e Tullio Solenghi, hanno lasciato le scene nel pieno del loro vigore artistico. Non hanno atteso il declino. Nessuno di noi si illudeva di poter riproporre i tempi andati. E ognuno adesso percorre strade professionali proprie. Quindi la vedremo in tv solo come attore? Per adesso sì. Sono un artista che ogni tanto ha necessità di cambiare genere e rimettersi in gioco. Aveva mai seguito Distretto di polizia, prima di far parte del cast? Confesso che guardavo la serie come appassionato. Mai avrei pensato di essere un giorno uno dei protagonisti.