Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Maestro anche di diplomazia e politica

default_image

  • a
  • a
  • a

Ilcontenuto della sua religiosità è tale che esso parla tuttora sia ai cristiani sia a chi è laico. Egli evidentemente è collocato nel vivo dei problemi del suo tempo e però la sua predicazione coglie dei temi che vanno al di là della contingenza e si rivolge quindi anche alla nostra sensibilità. Alcuni dei temi essenziali sono quelli riguardanti l'uso del danaro, il valore della povertà, i rapporti tra chierici e laici nella comunità cristiana, i rapporti con il mondo ebraico e con quello musulmano. Infine, e ce lo ricorda una famosa poesia, ha avuto un rapporto vivo e profondo con la natura. San Francesco ha vissuto in un'epoca che era anch'essa di grandi mutamenti e contraddizioni determinati dall'aumento della popolazione, dalla crescita dell'urbanizzazione, con lo sradicamento di masse rurali, l'aumento del divario tra ricchi e poveri, la velocizzazione della circolazione del danaro. I profondi cambiamenti economici e sociali si riflettevano sulla religione provocando anche eresie come quella di Valdo. San Francesco è affascinato dalla povertà e si fa povero, egli è ossessionato dall'uso perverso del danaro specie nella sua versione usuraia e non a caso usa l'espressione "sterco del demonio" perché questo uso perverso della ricchezza a suo avviso impedisce la salvezza. Facendosi interprete di sentimenti che erano diffusi nel suo tempo - evitando per altro contrasti irreparabili con la Chiesa - iniziò a predicare il distacco dalle ricchezze temporali e la dignità della povertà. La bramosia di ricchezza era vista da San Francesco come fonte di disuguaglianza e di discordia fra gli uomini. Egli viveva anche in un periodo nel quale all'interno della chiesa i laici mettevano in discussione la preminenza dei chierici e rivendicavano nella Chiesa più rispetto e più responsabilità. San Francesco si pose il problema costituito dalla dialettica fra laici e chierici cercando una soluzione che permettesse di assegnare ai laici una migliore condizione nella Chiesa. E allora Francesco ritenne che se a dispensare i sacramenti indispensabili ai laici potevano essere solo i chierici non per questo i laici sono cristiani meno buoni dei chierici. Per Francesco non c'è separatezza: la comunità cristiana si fonda sulla equilibrata unione di chierici e laici. Egli si muove anche in una dimensione internazionale di grandissimo rilievo e significato, aveva rapporti forti con il mondo ebraico, viaggiò nel mondo mussulmano in un'epoca durissima di scontri: andò in Marocco, Egitto, Palestina e in Siria. Ha avuto, infine, un rapporto con la natura, oggi diremmo con l'ambiente, così profondo che è espresso appunto nella famosa poesia del "Cantico di frate Sole e di tutte le sue creature". San Francesco rappresenta la quinta essenza della religiosità nel nostro Paese e quindi è patrono d'Italia. Sul filo di una rilettura del suo pensiero, della sua cultura noi sviluppiamo oggi alla Camera dei Deputati questo ricordo e questa celebrazione.

Dai blog