Barbarossa, imperatore sconfitto
Un'anteprima che ha il sapore di un evento politico ha scaldato la platea del Castello Sforzesco di Milano per la proiezione di «Barbarossa» di Renzo Martinelli (da lui prodotto con la Rai) e dal 9 ottobre nei cinema. Alla proiezione, oltre al sindaco Letizia Moratti, c'erano - tra gli altri - il premier Silvio Berlusconi, il ministro Giulio Tremonti, i vertici della Lega e il suo segretario Umberto Bossi, che appare anche nel film in un cameo. Mentre a vestire i panni di Federico I Hohenstaufen, detto Barbarossa, c'è Rutger Hauer e a Raz Degan spetta il ruolo dell'eroe lombardo Alberto da Giussano che con la Lega Lombarda sconfisse Barbarossa a Legnano il 29 maggio 1176, infrangendo il suo sogno di diventare Imperator Mundi. Martinelli, molti dicono che con questo film abbia voluto fare un omaggio alla Lega. «Non sono al servizio di nessuno. Mi interessava fare un film storico su un eroe che è stato rimosso. Se poi le mie opere vengono strumentalizzate non è colpa mia. Io avevo invitato anche tanti esponenti della sinistra ma non sono venuti». Cosa le ha detto Silvio Berlusconi del film? «Gli è piaciuto molto e quando ha saputo quanto era costato (meno di 30 milioni di euro) si è meravigliato. Forse, gli sembrava un buon budget, magari rispetto a "Baarìa", visto che ho utilizzato molti effetti speciali, più di 12 mila comparse, 4.500 cavalli e 4 anni di lavorazione. E tra un anno la versione più lunga sarà trasmessa a puntate su Raiuno». Cosa l'ha spinta a realizzare questo kolossal? «Sono molto orgoglioso di aver realizzato un film sulla mia gente. Non l'avevo mai fatto, sono brianzolo e finora avevo ambientato diverse mie pellicole in Friuli. "Libertà" era lo slogan con cui la Lega Lombarda sconfisse Barbarossa a Legnano, anche grazie alla strenua resistenza della Compagnia della Morte, raccolta intorno al Carroccio». Lei ha tre lauree (in lingue e letteratura straniere, scienze della comunicazione e scienze politiche con indirizzo storico): la sua cultura è una garanzia per la fedeltà storica del film? «Sono sempre alla ricerca della verità perché l'ignoranza del presente nasce dall'incomprensione del passato. Barbarossa sognava di ricreare il grande impero che fu di Carlo Magno, unire la Germania alla Sicilia. Ma venne fermato da un gruppo di Comuni italiani del Nord che formarono una Lega e questo è un evento storico incredibile. Lo storico milanese Federico Rossi di Marignano ha trovato negli archivi comunali tracce di quei carri sui quali i lombardi riuscirono a colpire i cavalieri di Barbarossa cacciando lo straniero». Prossimi progetti? «Un film sull'11 settembre 1683 quando Vienna fu occupata dalle cannonate di Mustafà e il sacerdote Marco da Aviano, con l'esiguo esercito della Lega Santa, fermò le truppe musulmane in Europa».