Albertazzi il Bardo

Viaggiare attraverso Shakespeare al ritmo di Duke Ellington. La traversata diventa ancora più sperimentale se a condurla c'è Giorgio Albertazzi. Il mattatore non si limiterà a recitare i versi del Bardo ma si lancerà anche nell'accompagnamento canoro. E non sarà solo. Accanto a lui due bellezze della canzone: Serena Autieri e Amii Stewart. Donne diverse che metteranno in scena le eroine shakespeariane tra vita e morte, eros e thanatos, tradimenti, passioni e omicidi.   Da martedì sul palcoscenico del Teatro Sistina ci saranno proprio tutti: dal problematico Amleto al tormentato Otello, dall'abile Marcantonio al dolce e disperato Romeo. E non mancheranno le donne: da Cleopatra a Lady MacBeth, da Giulietta a Ofelia. Al ritmo inconfondibile di Duke Ellington. Anni fa, durante una tournée in Canada con i suoi «Cats», Duke Ellington scopre Shakespeare. Quello che ha colpito uno dei più grandi inventori di jazz è il fatto che, nei drammi shakespeariani tra morti e assassini, vincitori e vinti, amanti e amati, su tutto aleggia uno spirito di grande leggerezza ed energia. In scena con Shakespeare si muore, ma ci si rialza subito, più vivi di prima. Duke e i suoi solisti sono lì, ogni sera, ad applaudire e giocare.   Nascono così nove suites - «Such sweet thunder» - di grande bellezza che testimoniano l'incontro tra l'albero del jazz (tanti rami, uno diverso dall'altro) e l'albero di Shakespeare (tanti rami, uno diverso dall'altro). Anzi secondo Ellington l'albero è uno solo, come dire che il Bardo - fosse vivo - sarebbe un fan del jazz. Nascono così Amleto, Otello, Cleopatra, Romeo e Giulietta, e tutti gli altri messi in musica con la sapienza di un maestro. Le note di Ellington saranno portate in scena da un'orchestra di solisti jazz composta da Andy Gravish (tromba), Tony Cattano (trombone), Paolo Farinelli (sax alto, flauto), Maurizio Giammarco (sax tenore), Pietro Ciancaglini (contrabbasso), Andrea Nunzi (batteria) e Marco di Gennaro (pianoforte). Giorgio Albertazzi, Serena Autieri, Amii Stewart e un'orchestra di grandi solisti: improvvisazione, gioco, dramma e commedia in un viaggio dentro Shakespeare al ritmo di Duke Ellington. Come non si era mai visto. Come non si era mai ascoltato. La modernità di Shakespeare e delle sue maschere cammina sulle proprie gambe ed è in grado di stupire ancora una volta con il talento e la creatività di una delle menti più innovative della musica del Novecento.