Il tango è la ballata dell'eros
Il tango gode ormai di un consenso di pubblico inimmaginabile quaranta anni fa. Questa fortuna è sicuramente dovuta a quel musicista di grande talento che è stato Piazzolla, vero ambasciatore di questa musica. Sempre ha dichiarato che quella che faceva, sia come compositore che come bandoneonista, era musica contemporanea della città di Buenos Aires. In patria è stato molto osteggiato da una sorta di partito estremamente conservatore che diceva che i suoi non erano tanghi e che aveva rovinato il vero tango. Le polemiche si sono attenuate col tempo, ma è stato Piazzolla, forse senza esserne cosciente, il veicolo che ha diffuso dappertutto il tango come musica non solo da ballo ma anche da ascolto. Questo riconoscimento al tango da parte dell'Unesco mi sembra quasi incredibile in quanto si tratta di una musica nata nelle periferie urbane di Buenos Aires e Montevideo: è sempre stata considerata una musica erotica e ha avuto molti detrattori. Ma è pur vero cha da decenni è stato visitato anche da Albeniz e Strawinsky. Ci sono anche ragioni sociologiche per la fortuna del ballo: il tango è una musica che ballata ha un grande potere di unione della coppia con una forte presenza dell'elemento eros. In epoca di grande solitudine tanta gente ritrova nel ballo la possibilità di stare con gli altri. Il mio tango, al contrario di quello di Piazzolla, nasce da una frequentazione molto più limitata. Ho scritto una Missa Tango, un Triplo Concerto per violino, soprano e piano. Sono un militante di una musica che prende dal tango molti degli aspetti delle sue radici senza scrivere tanghi popolari. Non scrivo tanghi, ma mi ispiro al tango.