Svetonio aveva ragione, era così
Svetoniodescriveva così nella «Vita dei dodici Cesari» (Nero XXXI), la sala da pranzo più importante della Domus Aurea. Una sala rotonda che «girava continuamente, giorno e notte, su se stessa, come il mondo». La dimora «andava dal Palatino all'Esquilino». Nel vestibolo era la statua colossale dell'imperatore, «alta centoventi piedi». Poi, un lago artificiale, «simile al mare» e intorno, campi coltivati, vigneti, pascoli e foreste, abitati da «ogni genere di animali domestici e selvaggi».