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A questo sporcaccione diamogli zolfo e fuoco

Roman Polanski

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...dove contrariamente all'Italia - e nessuno lo ha notato - vige il diritto romano e, quindi, l'impossibilità di emettere sentenza definitiva in assenza dell'imputato. La giustizia SPQR fu più moderna e civile di quell'avanzo di Santo Offizio, Controriforma, ventennio fascista e metodologie staliniane, che è la giustizia italiana, non a caso, difesa a spada tratta dalla casta dei togati. Torquemada, Rocco e Vishinskij sono tra di noi e ballano su di noi. Dopo l'età arcaica, a Roma prevalse il principio, secondo il quale, la contumacia è ostativa della decisione finale. Per me, che, nei primi anni Sessanta del secolo scorso, presi a cazzotti - e ci voleva coraggio, perché il tipo sapeva menare, puntando a far male - Pier Paolo Pisolini, che, sotto Ponte Matteotti, stava violentemente infastidendo un quattordicenne, Polanski potrebbe anche rimanere in galera e lì essere sodomizzato dai suoi pari. Sarò antiquato, ma continuo, rileggendo il Vecchio Testamento (Genesi, 19), ad applaudire alla distruzione di Sodoma e Gomorra: «… il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco… Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo…» Non difendo, dunque, Polanski, il quale sarà probabilmente graziato, visto il tempo trascorso e il perdono, invero ottenuto a suon di dollari, della vittima, ma debbo in qualche modo spezzare una lancia in suo favore, rispondendo ad una tesi al di là del bene e del male, proposta dall'amico giornalista e onorevole, Renato Farina. Farina osa instaurare una similitudine con il prete pedofilo, ebofilo, stupratore, lamentando che, di contro al regista copertosi di tanto schifo eppur omaggiato e scusato, nei confronti di un maiale in tonaca o col saio si sarebbe scatenata una canea velenosa, con tanto di "comitati fuori dal Vaticano" e "scorribande di firme famose". Premesso che la civiltà giuridica impone presunzione d'innocenza, per tutti, laici e clero, e, comunque, sospensione dell'opinare sentenzioso, almeno sino alla condanna passata in giudicato, è doveroso osservare che è giusto valutare diversamente non il peccato, bensì, in questi casi, il peccatore. Il prete, intermediario tra uomo e Dio, destinatario dell'otto per mille allargato e gonfiato, addetto a farci intraprendere la retta via, ammonendoci e esortandoci dal pulpito e nel confessionale, fa due, anzi tre volte, schifo, rispetto al ragioniere, al direttore di giornale, al regista o all'attore pedofili. Siffatto sacerdote, infatti, non solo fa il contrario di ciò che predica, ma approfitta del suo offizio e della sua sacralità, per abusare e violentare gli innocenti, a lui ingenuamente affidatisi. Insomma, oltraggia Dio e gli uomini, derubricando spiritualità e sacralità a sporcizia luciferina. Farina si strappa le vesti e lamenta che soltanto ai poveri preti stupratori si riserva il linciaggio. Io dico di più e di peggio: a codesti mascalzoni, e non ai normali sporcaccioni come Polanski o Pasolini, la punizione giusta e perfetta da impartire, sarebbe ancora quella del fuoco e dello zolfo, secondo la giustizia giusta del Vecchio Testamento. Visto, però, che la Costituzione ripudia la guerra e l'abbruciamento, ci si lasci almeno il diritto di disprezzare le tonache pedofile ed ebofile assai più di Roman Polanski.

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