Le sciamane, signore della notte

{{IMG_SX}}Il Nepal è uno degli ultimi angoli della terra in cui l'attività delle donne-sciamano ha ancora oggi una diffusione e una vitalità con pochi eguali. In una società maschilista, in una dimensione in cui alle donne è normalmente riservata una posizione sociale di basso rango, la realtà delle donne-sciamano rappresenta una rottura. Una zona franca nella quale il privilegio di un contatto diretto con una realtà considerata divina fonda una sorta di gerarchia inversa, in cui la donna ha un indiscusso ascendente. Analogamente a quanto accade nella corrispettiva dimensione rituale maschile, le donne-sciamano assumono il proprio officio religioso grazie ad una "chiamata" operata da potenze invisibili, il più delle volte associate con l'habitat selvatico. Molte delle sciamane narrano che i primi segni dellavocazione si sono in loro manifestati grazie all'incontro con una mitica fanciulla della selva: la "ban-jakhini" o "sciamana della foresta": nuda e contraddistinta da una capigliatura che raggiunge il suolo. La "ban-jakhrini", sebbene abbia un sembiante simili agli esseri umani, si distingue per via di un inquietante dettaglio extra-umano: i piedi capovolti, rovesciati all'indietro. Secondo i racconti delle sciamane, la fanciulla divina apparirebbe alle neofite nel corso di sogni o di visioni. Esperienze, durante le quali insegnerebbe l'insieme dei saperi connessi con la "professione sciamanica": l'uso di formule ed incantesimi, i canti di evocazione delle potenze invisibili, i "mantra", le pratiche di terapia, di offesa e difesa magica, indispensabili per l'esercizio rituale. Compito fondamentale della "ban-jhakrini" sarà inoltre quello di insegnare alla neofita le tecniche capaci di indurre nel proprio corpo la trance rituale, la condizione estatica che consentirà alla giovane sciamana di entrare in contatto diretto con il mondo delle personalità invisibili, di "vedere" le dimensioni ultraterre, di spostarsi "in spiritu" nelle varie regioni del cosmo, celesti o infere. Al tempo stesso l'induzione volontaria di uno stato di trance consentirà alla ragazza di "evocare" all'interno del proprio corpo spiriti e divinità, così da ottenere da loro speciali poteri di chiaroveggenza o di divenire il loro diretto portavoce tra gli uomini. In alcuni non rari casi l'esperienza onirica e visionaria della "fanciulla della foresta" potrà essere integrata da un incontro "vis à vis" con essa. Un incontro che ha luogo in occasione del ratto in foresta della neofita, operato dalle potenze sovrannaturali. Trattenuta in foresta per giorni e giorni, la neofita avrà modo di entrare in contatto diretto con la propria "divinità-guida", così da essere purificata attraverso abluzioni e digiuni, nonché per poter apprendere l'intero corpus di danze canti e musiche che sono parte integrante dell'officio sciamanico. Una volta che l'invisibile "fanciulla della foresta" avrà terminato di impartire i propri insegnamenti segreti, la neofita è, in genere, temporaneamente affidata alle cure di un anziano sciamano (o sciamana) che si dovrà incaricare di completare la formazione iniziatica della neofita, trasmettendole l'insieme dei saperi tradizionali di cui l'etnia è detentrice. Terminato il training, la neofita avrà modo di esercitare il proprio officio sacro. Una prima cerimonia pubblica, dal carattere inaugurale, sarà dunque l'occasione per poter dar prova dei poteri acquisiti. Come è regola, i rituali hanno luogo nel cuore della notte. È unicamente nella notte, secondo gli stessi sciamani, che il mondo invisibile emerge dai propri abissi per mostrarsi allo scoperto. Nella notte che, per l'uomo, diventa più facile toccarlo, penetrarlo, affrontarlo, se necessario. Come terapeuta, la sciamana si occuperà dei casi in cui le malattie siano diagnosticate come aventi una origine non organica, bensì ultraterrena: la rottura di un tabù, la negligenza nel culto di un particolare spirito o antenato, l'attacco deliberato di una potenza invisibile dall'indole demoniaca e belligerante. La sciamana, nel corso della terapia, interpellerà la potenza invisibile coinvolta, pagando una riscatto rituale, costituito da offerte o sacrifici. Quando ciò non basterà, la sciamana dovrà agire facendo ricorso alla coercizione: è la strada dell'esorcismo che vede, non di rado, la sciamana trasformata nelle vesti di una feroce guerriera, armata di mantra, spade e pericolosi amuleti contro gli invisibili nemici. In altri casi questa potrà essere interpellata con scopi divinatori e oracolari. L'efficacia del rituale avrà come comune denominatore la presenza della trance, vero motore della celebrazione. Attraverso la trance - indotta grazie all'ausilio del ritmo musicale degli strumenti impiegati nel rito - la sciamana ha modo ti penetrare nei recessi del mondo invisibile. Un diffuso tremore che pervade il corpo della donna rappresenta l'espressione visibile di questa singolare condizione interiore. Sia che si tratti di terapia, di divinazione o di esorcismi, in tutti questi casi, la sciamana agirà con un unico scopo: quello di ricostituire un equilibrio tra il mondo umano e quello invisibile, armonia da cui dipende la prosperità degli uomini e il buon governo delle cose. Un compito affidato a donne, contadine di giorno, signore dell'occulto di notte. Donne che ottengono un privilegio grazie ai poteri concessi da una divina fanciulla della selva. Potente quanto mai pericolosa e sviatrice: le sue orme bastano, da sole, a parlare.