Jacopetti sulla zattera di Sgarbi
Luciano Emmer e Gualtiero Jacopetti. E poi Geert Wilders, regista censurato in tutto l'orbe terracqueo perché nel mirino dei terroristi islamici. È una «zattera della medusa» l'ultima invenzione di Vittorio Sgarbi, alias sindaco di Salemi, «il Comune cadavere che faccio di tutto per rianimare», attacca. Si chiama Festival Internazionale del Cinema Religioso, comincia oggi in una sala aperta per l'occasione, dunque resuscitata. È la nuova impresa dello Sgarbi missionario (nel doppio senso di apostolo dei reietti e di mission impossible). Perché sì, Vittorio si è presa la croce di Salemi e ne ha fatto il laboratorio della sfida. Ha le case cadenti da dopo Belice che tutti schifano? Beh, le vende a un euro, a patto che chi compra restauri. È un posto dove nessuno andrebbe, «due montagne di gesso» ricorda col proverbio locale? Ebbene, di Salemi ora si parla: si fanno mostre d'arte (l'ultima su Gnoli), si presentano libri, si invita il Dario Fo respinto dai frati di Assisi. Anche il Festival del cinema religioso è una specie di salon des refusés. Vessillifero, Gualtiero Jacopetti, che riceverà il Premio alla carriera. Chi è costui? Il regista scomodo che negli anni Settanta - con «Mondo Cane» e poi con «Africa addio», ora in dvd Medusa - inaugurò il genere «documentario per stomaci forti» filmando usanze truci del Terzo Mondo, frutto della violenza di colonizzati e colonizzatori. Successo di botteghino pari a quelli delle pellicole di Fellini, la colonna sonora, «More» di Ritz Ortolani, se la ricordano tutti. Oggi Jacopetti ha 90 anni e ne dimostra - elegante, fascinoso parlatore - venti di meno. Uno che ha molto da dire, ancora. Ma che cosa è successo? Il documentario su di lui firmato da Andrea Bettinetti, «L'importanza di essere scomodo», è stato rifiutato dalla Mostra di Venezia e non è entrato neanche al Festival di Roma. Sarà perché Jacopetti è uno di destra (lui dice liberale)? «No - spiega Piera Detassis, che dirige il Festival di Roma nonché Ciak, il maggiore mensile del settore gemellato con la kermesse di Salemi - il docu su Jacopetti l'abbiamo visto dopo Venezia. Troppo tardi per inserirlo nel programma capitolino. E poi Sgarbi se l'era già accaparrato». Così all'Auditorium si farà solo una serata-omaggio a Jacopetti. S'era detto un evento post-festival, ora Detassis, che si proclama estimatrice da sempre di Gualtiero, corregge: «Avverrà in una giornata non troppo distante dalla fine». A Roma si proietterà un inedito di Jacopetti, «Operazione ricchezza». «È un viaggio dalla sorgente dell'Orinoco, misteriosa cascata a mille metri, alla diga fatta costruire da un italiano, il primo imprenditore che ricominciò a lavorare a Viareggio nel dopoguerra, costruendo barche da pesca», racconta avventuroso il regista. Ed Emmer? «Era per me quello che è stato Bongiorno per Fiorello - spiega Sgarbi - Diresse un film su Giotto, per questo entra nel mio festival. Un grande dimenticato. Doveva venire a Salemi, la morte non glielo ha permesso». Ci sarà invece Lele Mora, per la serata dedicata a «Videocrazy», il film contro la tv del Berlusca. Rai e Mediaset hanno bocciato il trailer, Sgarbi ci si è fiondato su: «Mora, tutto vestito di bianco, è come un papa...». C'è pure un altro grande eliminato, nell'orizzonte di Salemi: la festa dell'Unità. «Ma non il giornale di Veltroni, l'unità d'Italia - rilancia Sgarbi - Garibaldi sbarcato in Sicilia partì da qui. E da qui partirà una raffica di eventi nel 2011».